Il presidente che non ama l’Europa
Sono finiti i giorni in cui gli alleati storici potevano contare sugli Usa come guida del mondo libero. L’America di Trump si allontana. La Nato è messa in discussione. Il Vecchio Continente deve prepararsi a cavarsela da solo
NEI QUATTRO MESI SUCCESSIVI AL SUO
INSEDIAMENTO, Donald Trump non ha nominato alcun ambasciatore europeo, non ha colmato alcun posto vacante di alto rango nel corso diplomatico, né ha fornito alcuna indicazione di quando intenda farlo. Sporadicamente qualche funzionario dell’amministrazione, tra cui il Vice Presidente e il Segretario della Difesa, hanno portato oltre Atlantico messaggi di generale rassicurazione, riconfermando l’impegno dell’America nei confronti dell’Europa e insinuando che niente era cambiato. Nessuno sapeva se credere o meno a queste parole. Ora però non è più tempo di indovinelli; non che ci siano mai stati molti dubbi su come sarebbe andata a finire. Già nel 2000, nel libro scritto in collaborazione con un ghostwriter,
The America We Deserve ( L’America che meritiamo), Trump aveva affermato dell’Europa: « L’America non ha particolare interesse nell’intervenire tra le fazioni in conflitto, le cui ostilità sono vecchie di secoli. Questi conflitti non valgono la vita degli americani. Il ritiro
dall’Europa ci consentirà di risparmiare milioni di dollari ogni anno. I costi di stazionamento delle truppe Nato in Europa sono elevatissimi, e si tratta di fondi che potrebbero chiaramente essere impiegati meglio » . Trump ha ribadito le sue idee durante tutta la campagna elettorale, e nelle ultime settimane
le ha messe in pratica. Dopo aver dichiarato in Arabia Saudita di non voler far prediche ai leader arabi sui diritti umani, l’inquilino della Casa Bianca è giunto al quartier generale della Nato a Bruxelles dove invece ha attaccato i principali alleati dell’America, accusandoli di essere in debito di « un sacco di soldi » con la Nato e con i contribuenti americani. Ma questo non ha senso perché la Nato non è un resort con quote annuali in stile Mar-a-Lago, la “Casa Bianca invernale”. Il Presidente ha puntato il dito anche contro la Cancelliera Angela Merkel per i « milioni di auto » tedesche vendute negli Stati Uniti, esigendo una modifica del trattato per il commercio tra America e Germania. Ma anche questo è insensato: facendo parte dell’Unione Europea, la Germania non può
negoziare i propri accordi commerciali. Inoltre, le aziende tedesche fabbricano « milioni di auto » all’interno dei confini degli Stati Uniti, circa lo stesso numero di auto vendute. Ma i dettagli contano meno dell’opinione. Ciò che conta veramente è questo: Trump è il primo Presidente degli Stati Uniti d’America dal secondo dopoguerra che non prova alcun legame con l’Europa e non ne condivide i valori. Non ne conosce la storia, né sa qualcosa delle organizzazioni o politiche europee. Preferisce la compagnia di dittatori che lo lusingano piuttosto che dei democratici che lo trattano come uno di loro. Ammira la « forza » di Vladimir Putin, la sua crudeltà e addirittura la sua propensione all’omicidio dei giornalisti. Ama circondarsi di leader cinesi che non hanno mancato di favorire le attività commerciali dei suoi figli. Di contro, dopo aver confermato il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima, uno dei suoi assistenti ha affermato che l’angoscia degli alleati europei era, per Trump, un « ulteriore beneficio » .
NON SARÀ IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI PER SEMPRE, ma l’Europa deve prepararsi: Trump ha già danneggiato in modo permanente l’alleanza transatlantica. La Nato non sarà più ritenuta un assioma della politica estera americana e gli Stati europei non saranno
più automaticamente considerati alleati. Di conseguenza, l’Europa deve iniziare a pensare seriamente alla propria politica estera, alla propria sicurezza e forse anche alle proprie forze armate. Forse l’Europa ha bisogno di una “Legione europea” – che i francesi saprebbero come guidare – e nuovi investimenti congiunti nella difesa, inclusa la lotta al terrorismo e la preparazione per la nuova era di guerra dell’informazione. Forse l’Europa ha bisogno di una vera politica estera. Sono finiti i giorni in cui il Vecchio Continente poteva contare sull’America come guida del “mondo libero”, perché l’attuale Presidente degli Stati Uniti non si preoccupa nemmeno dell’esistenza di un “mondo libero”.