LA TV IN CINA
Fiction, varietà e censura
SÌ, C’È LA CENSURA E ANCHE
L’AUTOCENSURA. E ci sono i telegiornali noiosi a reti unificate. E anche le dirette sportive in differita di un minuto, per dare ai tecnici il tempo di intervenire con un bell’oscuramento se qualcuno sugli spalti avesse il coraggio di srotolare uno striscione “politicamente sconveniente”. No, non è la Bbc, questa è la Cctv, che sta per China Central Television, l’emittente di Stato di Pechino. Però, fatta la premessa, confesso: sono un fedele telespettatore e al pomeriggio di qui, quando in Italia è ancora mattino presto, mi dedico
a uno zapping selvaggio tra i 22 canali centrali e le centinaia di reti regionali. La competizione per l’audience si combatte anche in Cina a colpi di sceneggiati, teleromanzi, fiction, docu-fiction, soap-opera in salsa mandarina, reality show con lacrime e risate di gioia. Se non vi piace il genere state alla larga dalla tv cinese al pomeriggio (e anche alla mattina e alla sera). Lo spettacolo può cominciare.
Inno alla gioia su Dragon Tv serve a digerire il pranzo. Storia di cinque ragazze vicine di casa a Shanghai con destini diversi. C’è la manager in carriera; l’impiegata che deve mantenere gli anziani genitori e cerca l’uomo giusto; quella ossessionata dalla moda e dalle borsette (false); la figlia di arricchiti; quella che odia il fratellastro. Le vicende si intrecciano con un certo ritmo, anche se siamo già alla seconda stagione. L’ammiraglia Cctv1 offre Remota pro
messa di matrimonio: ambientato tra gli Anni 60 della Rivoluzione Culturale e i 90
La competizione per l’audience si combatte anche in Cina a colpi di sceneggiati, teleromanzi, fiction, soap-opera e reality show