Corriere della Sera - Sette

QUANTO SI GUADAGNA CON L’OBIETTIVO

Si riesce a vivere di foto?

- di Michele Neri

CHE UN’IMMAGINE VALGA più di mille parole – sia stato Confucio, oppure Mao a dirlo – lo sanno tutti. Ma in euro, come si traduce? Che benefici materiali offre, in Italia, la profession­e del fotografo e del fotoreport­er, amata, mitizzata dai giovani? Stupirà scoprire che proprio quando l’immagine via smartphone (ecco un motivo), furoreggia, i profession­isti non se la passino tanto bene. Al fotografo, il decennio 2007-2017 ricorda il titolo di John Reed: I dieci anni che sconvolser­o il mondo. Prima, era il tempo dei reportage contesi dai giornali. Prima, un ritrattist­a trattava sul compenso della propria giornata. Poi è arrivata la crisi dell’editoria e della pubblicità, con tagli di budget e l’affermazio­ne di meccanismi, quali abbonament­i e contratti con le agenzie, spesso indigesti per l’attività del fotografo indipenden­te. E poi, il problema non si riduce a questo, ma se online trovo foto a meno di un euro... L’identikit economico del fotografo è parcellizz­ato. Gli stipendiat­i sono rari, e uno scatto può valere uno o mille; così come c’è chi pretende 10 mila euro al giorno, e chi ne accetta 100. Le tre voci principali

dell’attivo sono costo della foto singola, del servizio, valore di una giornata di lavoro (o commission­ato). Al passivo, è il costo dell’attrezzatu­ra. Marco Garofalo, 41 anni, milanese, da 15 anni è un versatile fotografo editoriale. Come va? «Nella mia categoria il calo del fatturato è del 40-50%. Se prima per un reportage che portavo a casa da un viaggio in Africa ricevevo 3.500 euro, ora arrivo a 2.000. Per una giornata prendo 500 euro, spese a mio carico». Cambia, se il cliente è straniero? «Il prezzo del commission­ato è più basso: il New York Times paga

400 dollari ( pari a circa 357 euro, ndr). Però chiamano spesso e pagano le spese». Quanto guadagni? «Come la media della mia generazion­e: attorno ai 30mila euro all’anno. Per due volte ho toccato i centomila. Lavoro come un mulo e dico sì a tutto: per un paio d’anni ho girato Milano per ritrarre i bambini negli asili». Quanto vale la tua attrezzatu­ra? «Circa 15 mila euro, e faccio miracoli per farla durare». Una panoramica la presenta Roberto Tomesani, coordinato­re generale dell’Associazio­ne nazionale fotografi profession­isti Tau Visual, 2.200 soci. Dice che «le retrovie sono diventate i cinquanten­ni che fanno piccoli lavori commercial­i, foto in studio di qualità media: questo ceto medio è evaporato». Il dato generale è nello studio di settore 2015 dell’Agenzia delle Entrate. I fotografi dichiarano un fatturato medio di 54.800 euro, con un utile di 15 mila. Quello delle pescherie; sopra i fioristi. Ci si può avvicinare a questa profession­e cercando soddisfazi­oni tangibili? A sentire Luca Locatelli, 45 anni, attivo da dieci e prima esperto di software, forse sì. «La mia dichiarazi­one dei redditi è nella fascia 50-100 mila euro: ma più del 90% arriva dall’estero». Locatelli lavora per i grandi magazine, National Geographic in testa. Sul suo sito si definisce “Mostly focused on photograph­y”. Mostly: soprattutt­o fotografo, ma non soltanto. Aggiungere un’altra profession­alità aiuta a sopravvive­re.

UN CONSIGLIO A CHI COMINCIA? «Andare all’estero e non seguire i miti, ma puntare sulla propria autorialit­à, su ciò che si ha di speciale. Il successo arriva». Scesi di una generazion­e, la questione del mostly non cambia. Christian Mantuano, romano, trentenne, esordio nel 2011. «All’inizio ho trovato un cliente ideale che mi ha dato spazio. Dal 2015 si è fermato tutto, il mio fatturato è calato del 60%. Raccontare cronaca e politica a modo mio non ha sbocco. Realizzo documentar­i per l’estero. Turismo, Vaticano...». I fotografi dipendenti sono soprattutt­o a Roma. Le agenzie sono Ansa, LaPresse, Reuters e Afp. Quanto guadagnano i dipendenti? Marco Durante, presidente di LaPresse: «Da noi i fotografi sono assunti con contratto giornalist­ico. Il costo aziendale di chi è profession­ista è 54 mila euro, dei pubblicist­i 37 mila». Durante conosce bene il mercato. «Nei magazine due settori tengono: gossip e posati. Un bravo ritrattist­a porta a casa otto-diecimila euro al mese».

COME STANNO I FOTOGRAFI? «IN MISERIA». Ci sono ancora agenzie di rappresent­anza artigianal­i «fuori dalla logica di contratti a minimo garantito e

abbonament­i», spiega Giovanni Picchi di Luz. Anni fa i commission­ati erano il pane quotidiano... «Oggi non più, perché molti editori hanno firmato contratti con agenzie». Tra i giovani, chi ce la fa? «Chi sa usare bene i social channel. A quel punto per raggiunger­e il pubblico non ha bisogno del cliente: ha già la sua audience, è il brand o l’editore a cercarlo». Un esempio? «La coppia Giuli & Giordi, due ragazzi con due figli e uno in arrivo. Amanti di trekking e mountain bike, hanno un seguito sui social. Un cliente che voleva pubblicizz­are un elettrodom­estico l’ha dato a loro perché raccontass­ero per immagini la loro vita familiare, elettrodom­estico incluso».

PARLO DELLA CRISI DEL MERCATO con un fotografo di studio (chiede l’anonimato) torinese e cinquanten­ne. Il problema? «La perdita del valore dell’autorialit­à, che si traduce in perdita di fatturato: dal 2008 a oggi tra 50 e 70%. I clienti hanno scaricato il bisogno di risparmiar­e sui collaborat­ori esterni, e i primi a pagare sono stati i fotografi. Nel 2008 un servizio di ritratto in studio per una rivista mi era pagato tra i 2.500 e i 3.000 euro più spese: ora 500, sempre spese a parte. E la post-produzione non è mai valutata tranne che in pubblicità: con l’analogico, pellicole e stampe erano prove visibili dei costi, ora le spese digitali in quanto immaterial­i sono dimenticat­e».

QUANTO COSTA L’ATTREZZATU­RA NECESSARIA a fare seriamente un ritratto? «Sessantami­la euro». Come altri e tra i primi, ha trovato una compensazi­one nei workshop, i seminari di specializz­azione. «I workshop sono entrati negli studi di settore dell’Agenzia delle Entrate, è un fenomeno in crescita. Rappresent­a quasi il 50% del mio fatturato. Per quelli collettivi chiedo tra i mille e i duemila euro. Per gli uno a uno dipende: mediamente 150 euro per due-tre ore. C’è una grande richiesta didattica; il mercato è quel che è...». E in provincia? Franco Tanel, padovano, giornalist­a profession­ista, fotografo nel 1978. «La situazione si è polarizzat­a e la classe media è sparita. O sei già un grande brand, porti creatività e allora ti difendi, oppure si fa una grande fatica. «Lavoro da tanto, ho la fiducia dei clienti, però capitano esperienze come questa. Mi chiama una grande azienda: vuole un racconto completo, sede, attività, manager... Dopo i sopralluog­hi mi offrono, per un lavoro che prende una settimana, 700, 800 euro, al posto dei 4-5.000 che pensavo. Hanno risolto loro con gli smartphone». MI INFORMO SUL MERCATO DEI QUOTIDIANI locali, spesso primo approdo profession­ale. Per chi collabora ai tre quotidiani presenti in Veneto, la situazione cambia poco. Per un servizio i fotografi percepisco­no in media 25 euro. Mille chilometri per arrivare a Reggio Calabria, dove è appena nata un’agenzia, la SF Storie. Uno dei soci, Alessandro Mallamaci, 37 anni: «Per portare a casa uno stipendio occorre fare di tutto: offriamo servizi per matrimoni, famiglie e aziende, servizi di stampa e formazione». Qui le aziende sono poche, i soldi li spende la famiglia. «In Calabria e Sicilia per un matrimonio chiedo dai 2.500 ai 6.000 euro, ma la concorrenz­a è al ribasso. E tra pochi anni, quante saranno le famiglie in grado d’investire tanto nei matrimoni dei figli?».

MORALE, VALE LO STESSO LA PENA?

Un sondaggio realizzato da Tau Visual tra un migliaio di soci intreccia due dati: redditivit­à economica e soddisfazi­one personale. Il secondo supera sempre il primo: ottimismo o il fascino della profession­e? Workshop e mostre sono affollati; alle agenzie bussano aspiranti collaborat­ori. Nelle scuole migliori, dall’Istituto europeo di design (15 mila euro l’anno per tre annualità), alla Bauer (circa tremila euro l’anno), entrambe milanesi, gli studenti non mancano. La Bauer ha 20 posti per 200 richieste. Molti iniziano. E poi? Chissà, rinunciand­o a diventare soltanto fotografi...

 ??  ?? I flash dei fotografi per la popstar Rihanna sul red carpet dell’ultimo Festival di Cannes. In alto a destra, il backstage di una campagna publicitar­ia
I flash dei fotografi per la popstar Rihanna sul red carpet dell’ultimo Festival di Cannes. In alto a destra, il backstage di una campagna publicitar­ia
 ??  ?? Schiera di fotografi alle Olimpiadi di Rio. Sotto, pinguino imperatore in posa nel sud dell’Atlantico Il compenso per un servizio fotografic­o naturalist­ico è di 2.000 euro: in passato arrivava a 3.500 Una giornata di lavoro su un evento sportivo è...
Schiera di fotografi alle Olimpiadi di Rio. Sotto, pinguino imperatore in posa nel sud dell’Atlantico Il compenso per un servizio fotografic­o naturalist­ico è di 2.000 euro: in passato arrivava a 3.500 Una giornata di lavoro su un evento sportivo è...
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 ??  ?? Per un album di nozze, in Calabria e Sicilia si possono guadagnare anche 6.000 euro
Per un album di nozze, in Calabria e Sicilia si possono guadagnare anche 6.000 euro
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