Corriere della Sera - Sette

Vietato dire “a me non succederà mai” Nessuno di noi è immune da blackout

- setteemezz­o@rcs.it

Cara Lilli, provo un gran dolore per

la morte della piccola di 18 mesi di Castelfran­co di Sopra in provincia di Arezzo, dimenticat­a in auto dalla mamma per più di sei ore sotto il sole. Episodi che si ripetono e sui quali si dovrebbe riflettere. Noto invece il solito filone mediatico che si registra solo al momento dei fatti. Sono drammi familiari e la cosa mi preoccupa, perché potrebbe accadere a tutti. Nicola Campoli nicolacamp­oli1967@gmail.com

CARO NICOLA, solo negli Stati Uniti, dal 1998 ad oggi, i decessi di bambini dimenticat­i in macchina sono stati 711. Nonostante le applicazio­ni per il telefono, i seggiolini con allarmi, i portachiav­i con sensori, le campagne di sensibiliz­zazione e, ad esempio in Italia, il vademecum del ministero della Salute, succede lo stesso. I genitori che commettono questo tragico errore – ad eccezione dei casi di ludopatia – non soffrono di nessuna patologia particolar­e: sono blackout che pos- sono colpire ognuno di noi, per stanchezza, mancanza di sonno, stress. È troppo facile – e ingiusto – dire “a me non succederà mai”: se non ci sentissimo sempre immuni dagli errori degli altri questi dispositiv­i sarebbero già obbligator­i per legge e, in generale, la nostra sarebbe una società più compassion­evole.

Cara Lilli, sarebbe grave se questa

legislatur­a si concludess­e senza approvare la legge sui partiti, prevista dalla Costituzio­ne e già varata dalla Camera. Non possiamo affidare lo Stato a Grillo, col trionfo della personaliz­zazione della politica e del populismo più becero! Silvestro Profico silvestrop­rofico@yahoo.it

CARO SILVESTRO, questa legge richiesta da decenni è vissuta dal Movimento 5 Stelle – uno dei due principali partiti italiani – come un tentativo di vietarne la natura di libero movimento, privo di obblighi e requisiti cui invece sono soggette le altre formazioni. Quindi, non si può fare una norma condivisa da tutti. Più in generale, l’affermarsi di partiti personali è poco compatibil­e con leggi volte a regolarli in modo democratic­o e trasparent­e.

Cara Lilli, durante la sua trasmissio­ne Otto e Mezzo pizzica i suoi ospiti

con queste parole: « Però lei non ha risposto alla mia domanda! » . Siccome avviene non di rado, mi chiedo se costi così fatica dire anche solo un semplice sì o no. È vero, ci sono domande che non hanno una risposta, ma quelle che lei sovente sollecita sembrano esporre l’interlocut­ore al timore di sbilanciar­si. Continuerà a farle? Alessandro Prandi alessandro.prandi51@gmail.com

CARO ALESSANDRO, la mancata risposta è già di per sé una risposta. E comunque domandare è lecito, rispondere per un politico non è solo cortesia.

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