Corriere della Sera - Sette

LA SERA

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Il sole cala, s'allungano le ombre, le voci si smorzano in brusio. Siamo entrati nelle Bucoliche di Virgilio. E ci aggiriamo incerti, senza direzione, pensando a ciò che abbiamo lasciato indietro – amori, amicizie, cose – e ricevendo appagament­o da ciò che il termine del giorno ci porta. E non è solo un togliere, la sera. L’oscurità che avanza dona anche una sua dolcezza, in cui si armonizzan­o presenze, nostalgie, echi di nomi. E ci si raccoglie, come le caprette del finale, che obbediscon­o al comando della stella vespertina, e si trova qualcuno con cui condivider­e la cena e scambiare qualche parere sulla politica contempora­nea, come il Titiro e il Melibeo della prima bucolica. E all’improvviso ci sentiamo sereni e, chissà perché, pensiamo a mezza voce, trionfando su qualunque cinismo: «omnia vincit Amor» , «l’Amore vince su tutto».

LA NOTTE

E infine la notte estiva, con le sue stelle. Loro appartengo­no quasi per definizion­e a

Lucrezio, come qualunque altro aspetto della natura, dall’ infinita mente piccolo all’ infinita mente grande. «Est ratio caeli speciesque

tenenda» : dobbiamo capire l’ordine e l’aspetto del cielo. Mondi e mondi che vorticano nelle distanze più inimmagina­bili, e in mezzo il vuoto, e più in là nessun limite… In fondo, è stata un’ottima giornata. Siamo stati con i classici, siamo nell’universo.

 ??  ?? Publio Virgilio Marone (70-19 a.C.), autore dell'Eneide e delle Bucoliche. In basso, Tito Lucrezio Caro (94-50 o 55 a.C.), poeta e filosofo epicureo: scrisse il De rerum natura
Publio Virgilio Marone (70-19 a.C.), autore dell'Eneide e delle Bucoliche. In basso, Tito Lucrezio Caro (94-50 o 55 a.C.), poeta e filosofo epicureo: scrisse il De rerum natura
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NICOLA.GARDINI1 965@ GMAIL.COM

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