Chiudere i campi rom?
«La prima cosa da fare è censirli: anche per obbligare i genitori a mandare i figli a scuola. Poi, comunque, bisognerebbe smantellare gli insediamenti, per la loro stessa dignità», è la tesi del giornalista. «Ma sapete quanta altra gente vive in situazion
Marcello Veneziani, 62 anni, giornalista e saggista (il suo ultimo libro è Alla luce del mito, edito da Marsilio). Oliviero Toscani, 75 anni, è uno dei fotografi italiani più famosi nel mondo
Pro Marcello Veneziani
CHIEDONO LA CHIUSURA DEI CAMPI rom sia la presidente della Camera Laura Boldrini sia il leader della Lega Matteo Salvini: nel nome di due tesi opposte, avanzano la stessa richiesta. La Boldrini lo fa per integrarli nel tessuto urbano, il che sarebbe una forzatura rispetto all’anima nomade dei rom. A Salvini, invece, serve come premessa per poterli espellere dalle città. Io penso che la prima cosa ragionevole da fare sia quella di censire i rom: così si documenterebbero le loro attività, li si obbligherebbe a mandare i figli a scuola e finirebbe l’irreperibilità causata dallo statuto di mobilità permanente. Come secondo passo, io sono per smantellare i campi, anche per le condizioni di squallore in cui vivono e per preservare la dignità loro e di chi abita intorno. A quel punto si può pensare a insediamenti più agili e frammentati. È giusto consentire il nomadismo, a patto che si rispettino le leggi. Infine, farei una postilla maliziosa. Per anni si è usato la parola “zingari”, con un connotato negativo. Poi, con una rivoluzione semantica figlia dell’ipocrisia del politicamente corretto, si è passati a chiamarli rom. L’incremento dei furti e del disagio dei cittadini vicini ai campi, in realtà, non sono un luogo comune. Ma in Italia quando non si possono cambiare le cose si cambiano le parole.
Contro Oliviero Toscani
I CAMPI ROM SI VOGLIONO CHIUDERE perché il razzismo sta tornando di moda ed è utile per prendere voti. Forse qualcuno vuole che tornino le leggi razziali. I rom vivono in condizioni di degrado? Certo. E allora bisogna intervenire, rendere le condizioni di vita migliori, aiutarli. Si dice che nei campi non ci sia lo Stato. Ma lo dicono gli stessi a cui piace che la gente vada in giro armata. Il vero degrado è anche solo pensare di chiuderli, i campi rom. Finché non risolveremo il problema dell’umanità, saremo degli incivili. Non voglio chiudere nulla, ma se dovessi chiuderei i campi di calcio, lì sì che c’è
dell’inciviltà. Si dice: perché i rom non vanno a vivere in bei palazzi, come tutti? Perché non ci sono case e gli alberghi a 5 Stelle tutti prenotati. Seriamente, lo sapete quanta gente vive in case fatiscenti, in zone degradate? Chiudiamo anche quelle? Se poi mi dite che dovrebbero integrarsi, allora dico che le culture sono culture e vanno rispettate. Io ci sono stato nei campi rom, ne ho visti tanti. C’è gente civilissima. Nei prossimi giorni farò un workshop di fotografia in un campo sinti di Pavia. La verità è che dovremmo lasciarci affascinare dalla cultura rom. Anche nella persona più triste c’è un desiderio segreto di libertà dai vincoli, dalle convenzioni, dalle appartenenze.