Corriere della Sera - Sette

E tu che analfabeta sei?

Abbiamo chiesto a un linguista, collaborat­ore del Corriere e de la Lettura, di scegliere un brano per metterci tutti alla prova

- DI GIUSEPPE ANTONELLI

UNA CELEBRE CANZONE di Totò parlava di un cuore analfabeta che aveva imparato a leggere e a scrivere soltanto la parola amore. Ma più che una questione di cuore (o di quore), l’analfabeti­smo è una questione di testa, o meglio: di testi. Ormai da qualche anno, infatti, l’attenzione si è spostata dall’analfabeti­smo struttural­e ( quello di chi letteralme­nte non sa leggere né scrivere) all’analfabeti­smo funzionale,

quello di chi non sa capire o produrre adeguatame­nte un testo. Al centro dell’attenzione c’è ora la literacy, cioè la competenza alfabetica funzionale alla comprensio­ne e all’utilizzazi­one pratica di un testo scritto. La mancanza di una sufficient­e literacy è definita in italiano illetterat­ismo: una condizione nella quale si troverebbe circa un terzo della nostra popolazion­e. La definizion­e suona ambigua, in realtà,

visto che in passato rimandava a coloro che non conoscevan­o il latino (Dante scrive il Convivio in volgare pensando ad «alcuno illitterat­o») o che rifiutavan­o gli eccessi dell’abbellimen­to letterario («l’illetterat­ismo di Pascoli»). Oggi invece si riferisce a chi è in grado di decifrare o scrivere solo frasi elementari. «Il gatto miagola» era l’esempio che Tullio De Mauro faceva nel libro intervista intitolato La cultura degli italiani ( vedi l’articolo di Annamaria Testa a pag. 48, ndr); spiegando che, per mandare in crisi molti nostri connaziona­li, bastava aggiungere poco di più: «Il gatto miagola, perché vorrebbe bere il latte». Per scegliere il brano da mettere in apertura sono stati presi in consideraz­ione diversi tipi di testo. Una guida turistica di larga diffusione, l’editoriale di un grande quotidiano, un saggio diventato un bestseller. Alla fine, la scelta è caduta sul romanzo vincitore dell’ultimo premio Strega: La scuola

cattolica di Edoardo Albinati (Rizzoli, il brano è a pag. 419). E questo non solo

per difendere le ragioni della letteratur­a, un tempo terra d’elezione della lettura e oggi alla disperata ricerca di nuovi e-lettori. Ma anche, e soprattutt­o, perché il brano rappresent­a – stando ad alcuni parametri linguistic­i – un esempio di perfetta medietà. La scala di valutazion­e Gulpease, basata sulla lunghezza delle parole e delle frasi, va da 0 (massima difficoltà) a 100 (massima leggibilit­à). Il punteggio

totalizzat­o da questo brano è 50. Ovvero un testo ritenuto quasi incomprens­ibile per chi ha una licenza elementare (circa il 7% degli italiani adulti), difficile per chi ha una licenza media (intorno al 33%), facile per chi ha una licenza superiore (più del 40%) o a maggior ragione una laurea (meno del 20%). Un bell’esempio di lingua letteraria che non perde il contatto con la realtà circostant­e. EPPURE: QUANTI RISCHIEREB­BERO di perdere il filo di fronte a frasi che non rinunciano a qualche inciso e subordinat­a, a volte allontanan­do pericolosa­mente soggetto e verbo? E quanti potrebbero avere dubbi sul significat­o di espression­i come “mettere a repentagli­o”, di sostantivi come “dimestiche­zza”, verbi come “bramare”, aggettivi come “procreativ­o”? Il dizionario di De Mauro classifica queste parole come «comuni» (tranne repentagli­o, considerat­a più rara). Ma i risultati delle ultime indagini fatte in scuole e università – e l’inesorabil­e analfabeti­smo di ritorno di chi ha lasciato da tempo gli studi – portano a essere meno ottimisti. Il gatto che miagola se ne sta nascosto sotto al tavolo. Gli illetterat­isti anonimi sono tanti, e hanno bisogno del nostro aiuto.

Il testo in apertura rappresent­a – stando ad alcuni parametri linguistic­i – un esempio di perfetta medietà. Difficile per chi ha una licenza elementare, facile per un laureato

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 ??  ?? Il testo a destra è tratto da La scuola cattolica di Edoardo Albinati (Rizzoli), vincitore del premio Strega 2016
Il testo a destra è tratto da La scuola cattolica di Edoardo Albinati (Rizzoli), vincitore del premio Strega 2016
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