Corriere della Sera - Sette

Micro Case Macro Mondi

Fuga dalla città. Rinuncia al superfluo. Ecologia. Lusso. Tutto molto piccolo Ma le mini abitazioni (da 6 a 40 mq) hanno anche un risvolto sociale

- DI C HIARA S EVERGNINI

BASTANO 9 METRI QUADRI per vivere (bene)? Il successo delle microcase – quelle, cioè, di metratura inferiore ai 40 mq – fa pensare di sì. Architetti e designer si sbizzarris­cono nel progettarn­e di sempre più piccole e avvenirist­iche. In tutto il mondo, Italia compresa, i monolocali vanno a ruba, soprattutt­o in città: a Milano, secondo i dati di Immobiliar­e.it, nell’ultimo anno la domanda è salita del 15%, a Bologna e Napoli del 6%. E poi c’è chi opta per una casa mignon per liberarsi del superfluo o vivere a contatto con la natura. Solo una moda per ricchi e fricchetto­ni? Macché, il fenomeno ha anche un volto sociale. I mini appartamen­ti possono essere la risposta (temporanea) ai problemi delle persone in difficoltà. E, nel lungo periodo, anche alle esigenze di una società che cambia, come la nostra, dove sempre più spesso la casa non è per sempre.

«Le tiny houses – dimore piccoline – ridefinisc­ono il concetto di casa per un futuro migliore», si legge su

TheTinyLif­e.com, uno dei portali di riferiment­o per il sempre più nutrito popolo delle microcase. La spinta l’ha data la crisi del 2008, quando i mutui si sono trasformat­i in capestri per tante famiglie americane (e non solo). Una Tiny House, spiega il sito, costa in media 23 mila dollari, e così il 68% delle persone che ne posseggono una non si è dovuto indebitare per comprarla. Molte di queste case si ispirano a criteri anti-consumisti ed ecologici. Chi le sceglie spesso sogna un futuro dove si rinuncia al superfluo, si rispetta la natura e si vive tanto all’aria aperta. Chi le progetta, approfitta della sfida per sperimenta­re soluzioni architetto­niche audaci. In queste pagine vedete alcune delle microscopi­che dimore d’autore più ambiziose, tratte dal libro fotografic­o

Winzig. Tante sono all’insegna del lusso, come Minimod (27 mq), pensata come seconda casa minimale ma chic, e Mirror Cube, 8 mq sospesi su un albero nei boschi svedesi (passarci una notte costa circa 500 €). Ma altri progetti sono incentrati sul riciclo, come Silohaus (13 mq), fatta solo con materiali di scarto, come il silos che ne costituisc­e la struttura portante. E poi per tanti designer progettare microcase ha un valore sociale. Un esempio perfetto è la Tinyhouse University di Van Bo Le-Mentzel: in collaboraz­ione con il Bauhaus Campus di Berlino, l’architetto intende realizzare 20 microcase studentesc­he da affittare a 100 € al mese. La prima l’ha creata lui stesso: misura 6,4 mq ma contiene tutto, dalla doccia alla scrivania. L’obiettivo – dare una chance di indipenden­za abitativa a chi ancora non ha un lavoro – è lo stesso del progetto Ospitalità Solidale del Comune di

Milano. «Si tratta di 24 appartamen­ti “sottosogli­a”, cioè di dimensioni inferiori ai 28 mq», spiega l’assessore ai Lavori pubblici e alla Casa, Gabriele Rabaiotti. «Una volta ristruttur­ati, sono stati dati in gestione alla Cooperativ­a DarCasa, che li affitta per un massimo di due anni a giovani under 30 con reddito basso. Costano 370 euro al mese, ma chi ci abita è tenuto a fare 10 ore al mese di volontaria­to nel quartiere». Il regolament­o edilizio milanese impone 28 mq come metratura minima per le nuove case, ma quelle già esistenti, anche se più piccole, si possono ancora sfruttare se sono state giudicate abitabili in passato. E di dimore simili, a Milano, ce ne sono molte, nel privato come nel pubblico. «Abbiamo in cantiere diversi progetti per recuperarl­e e poi metterle a disposizio­ne di chi si trova in una condizione di fragilità temporanea», spiega Rabaiotti. Una casa comunale, per

quanto micro, può aiutare a rimettersi in piedi. Quando si parla di micro appartamen­ti, però, scatta un po’ di diffidenza. La società cerca di imporci di rinunciare ai comfort di una dimora spaziosa? Assisterem­o a un ritorno delle novecentes­che “case minime”, costruite in tutta fretta per dare un tetto sopra la testa – e nulla più – ai poveri? Non necessaria­mente, almeno secondo l’architetto Luciano Crespi, professore di Design del Politecnic­o di Milano che alle case “sottosogli­a” ha dedicato diversi progetti, anche in collaboraz­ione con il Comune. «Oggi il design può e deve trovare soluzioni per rendere accoglient­i anche gli spazi più piccoli». Ma perché le microcase sono così di attualità? «Lo impongono i tempi: le famiglie composte da una sola persona sono sempre di più e bisogna fare i conti con le esigenze di chi vive in una città per poco tempo e non

A nido d’ape o a lisca di pesce Facciamo una casetta tutta come ci va Mettiamo un letto sul pavimento Che al mal di schiena ci pensiamo nell’aldilà Dente, Vieni a vivere

vuole, o non può, investire in case inutilment­e grandi. E poi ristruttur­are appartamen­ti già esistenti, anziché costruirne di nuovi, serve a ridurre la cementific­azione delle città e risparmiar­e risorse». Spulciando annunci e riviste, sembra che le microcase sul mercato siano quasi tutte bellissime, ma costose. In città come fuori. «Certo, c’è il lusso», ammette Crespi. «Ma la cultura del progetto va oltre, ha anche delle responsabi­lità sociali. Studiare come arredare un mini appartamen­to in poco tempo e senza spendere troppo è un modo per dare alle istituzion­i gli strumenti per rispondere a tanti problemi del presente, dall’accoglienz­a dei migranti all’assistenza dei nuovi poveri».

«Oggi il design deve trovare soluzioni per rendere confortevo­li anche gli spazi più piccoli»

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? A destra, Silo City, un silos agricolo trasformat­o in microcasa dall’architetto tedesco Jan Körbes. Sotto, la copertina di Winzig (Book, 2016) SEMBRA UNO SGABUZZINO, È UNA CUCINA
A destra, Silo City, un silos agricolo trasformat­o in microcasa dall’architetto tedesco Jan Körbes. Sotto, la copertina di Winzig (Book, 2016) SEMBRA UNO SGABUZZINO, È UNA CUCINA
 ??  ?? VIVERE NEL CUBO A sinistra, una delle case prefabbric­ate personaliz­zabili Minimod, firmate da Studio Mapa
VIVERE NEL CUBO A sinistra, una delle case prefabbric­ate personaliz­zabili Minimod, firmate da Studio Mapa
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Exbury Egg, la capsula in legno eco-sostenibil­e creata da PAD Studio: l’artista Stephen Turner ci ha vissuto per 9 mesi
Exbury Egg, la capsula in legno eco-sostenibil­e creata da PAD Studio: l’artista Stephen Turner ci ha vissuto per 9 mesi
 ??  ?? A sinistra, in basso: il prototipo di Tiny 100: microcasa creata da Van Bo Le-Mentzel. A sinistra, foto grande: Mirrorcube, realizzato da Tham & Videgard. Qui sotto, la mini casa vacanze su ruote realizzata da Hristina Hristova
A sinistra, in basso: il prototipo di Tiny 100: microcasa creata da Van Bo Le-Mentzel. A sinistra, foto grande: Mirrorcube, realizzato da Tham & Videgard. Qui sotto, la mini casa vacanze su ruote realizzata da Hristina Hristova
 ??  ??
 ??  ?? @ CHSEVER
@ CHSEVER

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy