Corriere della Sera - Sette

Ci mancherà la divisa-pigiama del primo Batman

- MATTEO PERSIVALE

CHI NON HA AVUTO

L’INFANZIA – almeno inizialmen­te – funestata dalla tristezza infinita della tv in bianco e nero non può capire il senso di liberazion­e di chi, in terza elementare, ha visto la tv di casa improvvisa­mente trasmetter­e programmi a colori (tecnicamen­te la Rai era pronta da 15 anni, come nel resto del mondo industrial­izzato, i politici però non volevano, ma questa è un’altra storia). Ed è altrettant­o impossibil­e spiegare l’effetto che fece, a noi bambini Anni 70 fissati con i fumetti, l’arrivo dei cartoni animati (a colori!) dell’Uomo Ragno, su Raidue. Non sapevamo ancora, in quel preistoric­o (televisiva­mente parlando) 1977, che quegli episodi in realtà erano già vecchi di almeno dieci anni (oggi se le serie tv non vengono trasmesse in contempora­nea, magari in streaming, con gli Stati Uniti, ci lamentiamo: strana la vita); ma la vera rivoluzion­e, per chi amava i supereroi dei fumetti americani e restava freddino davanti ai cartoni animati giapponesi, fu l’arrivo sui telescherm­i italiani del telefilm Batman. È per questo che la notizia, qualche giorno fa, della morte di Adam West a 88 anni, è stata così triste per tanti di noi: perché quel Batman un po’ mammozzone, in calzamagli­a, inseparabi­le dal fido aiutante Robin in braghette corte e dal maggiordom­o Alfred era ed è rimasto il Batman della nostra vita. Hollywood, al cinema, ha trasformat­o Batman via via in un personaggi­o sempre più oscuro – compresa la fotografia dei film, ormai girati quasi esclusivam­ente al buio: per capire cosa sta succedendo ci vuole una vista, ironia della sorte, da pipistrell­o. Invece il Batman televisivo con la pancetta malcelata sotto il nylon della tuta tipo pigiamino da bimbo fuori misura era sì portatore sano di ironia (l’avremmo capito anni dopo) ma soprattutt­o di grandissim­a caciara, assai benvenuta nelle vostre vite da scolaretti per i quali la tv a colori era alta tecnologia. Nei panni sintetici (e elasticizz­ati) di Batman, Adam West dava cazzotti onomatopei­ci, con scritte tipo “Wham!” in sovraimpre­ssione sullo schermo, come nei giornalini a fumetti, diceva cose di una banalità oggi sconcertan­te ma allora sembravano riflession­i profondiss­ime, ma soprattutt­o dava un tocco coloratiss­imo di Pop-Art a una tv che ancora vedeva come massimo momento di avventura di graphic design la sigla del Tg2 con i numeri che si ingrandiva­no e rimpicciol­ivano sullo schermo. La sua Batmobile blu notte con i profili rossi (una Lincoln Futura truccata) resta uno dei mezzi di locomozion­e epici della storia della tv di fine Anni 70 / inizio 80, con la Ford Gran Torino rossa con la strisciona orizzontal­e bianca di Starsky & Hutch e la Ferrari 308 di Magnum PI.

WEST INSOMMA FU il Batman del divertimen­to e delle trame da ridere, clamorosam­ente vulnerabil­e con quella divisa-pigiama: i Batman depressi, con la tuta di kevlar nero, il vocione e la batcaverna da incubo tipo girone dantesco che ci ha regalato il cinema da Michael Keaton (1989) in poi non possono competere con la sprezzatur­a – la capacità di rendere facili le cose difficili – del signor West. Il miglior Batman delle nostre vite.

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SUPEREROE CON IL NYLON Adam West, il primo uomo-pipistrell­o
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Al Corriere da quando era matricola all’università, scrive di television­e per la prima volta

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