MISSIVE & MESSAGGI
Il premio “Copertina del Mese”
Con piacere comunico che 7 è stato selezionato come vincitore del Premio “Copertina del Mese” indetto da Cantine Ferrari. La copertina “Sei giovane? Non ti pagano?”, pubblicata l’11 maggio 2107, è stata proclamata vincitrice con la seguente motivazione: «C’erano, e ci sono, molti modi per riassumere in una copertina un’inchiesta sullo sfruttamento, che talvolta ha i connotati dell’umiliazione, al quale sono stati sottoposti tanti giovani (anche laureati). 7 ha scelto una copertina che, affidandosi a una grafica sobria e allusiva riesce, con bella efficacia, a trasmettere sul fenomeno “giovani sottopagati” tutta la sua carica di amara ironia». Sarà nostra premura far pervenire alla redazione il premio, che consiste in una bottiglia di Ferrari Trentodoc millesimato formato Jeroboam. Complimenti! Camilla Lunelli premioferrari@ferraritrento.it Grazie, molto apprezzato. Un premio al terzo numero: non male! Ma l’appetito vien mangiando (e la sete vien bevendo): vogliamo vincere anche la Copertina dell’Anno!
Come sono pagati i giovani giornalisti?
Ho molto apprezzato l’inchiesta sui giovani e il lavoro sottopagato “Sei giovane? Non ti pagano?” (11 maggio). “Ecco quindi che, anche per rendere omaggio a Gloria e Marco, i ragazzi morti nel rogo di Londra, si potrebbe torna- re sui giovani architetti, e poi ingegneri, avvocati, costretti a umilianti “tirocini”! Ma i giornalisti? Come se la passano i giovani giornalisti? Sono ben pagati? Claudio Imbimbo I giovani giornalisti si muovono in un mercato drammatico, del quale alcuni editori approfittano. Quindi no, purtroppo: i nuovi colleghi non sono ben pagati e spesso vengono sfruttati. A – lo diciamo con orgoglio – siamo un’isola felice. Ma non basta.
Quelle vignette? Una lectio magistralis
Un plauso incondizionato alle 12 tavole di Stefano Disegni dedicate al problema dei vaccini “Se l’avesse saputo Jenner…” (1 giugno). Valgono quanto una lec
tio magistralis scientifica. Ovviamente per apprezzarla non bisogna essere ideologizzati. Suppongo che da questo versante saranno arrivate contumelie, più o meno volgari. Paolo Borgherini borgherinipaolo@gmail.com Neanche tante, a dire il vero. In quanto a Disegni: è bravissimo, ovviamente. Solo che adesso avrà in testa questa faccenda della lec
tio magistralis! Chi lo tiene più? Me lo vedo, con la toga svolazzante, mentre arringa gli studenti della Normale di Pisa o dell’Università di Pavia… (bsev)
E il Belgio?
Ho letto “Cos’è una nazione?” (8 giugno): cos’è un francese, un tedesco, uno spagnolo, uno slavo, uno scandinavo... sigh.. e cos’è un belga? In quanto residente in Belgio, mi sento un po’ trascurata... mai che si parli di noi! Eppure so che il direttore bsev preferisce Bruxelles a Parigi (ho ritagliato l’articolo e lo conservo!). Forse troppo difficile da definire, questo Belgio…Ma Bruxelles è la vera capitale d’Europa: non meritiamo un ritratto? Francine Leruth francine.leruth@gmail.com Bruxelles, appunto: non il Belgio. Con tutto l’affetto per la vostra (doppia) nazione, dove ho vissuto per otto mesi da ragazzo (1979-80), come posso anteporla a Germania, Francia, Inghilterra e Spagna? (bsev)
L’Europa oltre gli stereotipi
Gentile Redazione, chi sono gli europei? Ho letto con interesse la cover story “Cos’è una nazione?” (8 giugno). Di stereotipi si può parlare in modo scherzoso, come hanno fatto gli autori della cover story, ma sono una cosa seria, uno dei motivi per cui facciamo ancora troppa fatica a sentirci europei. Per combatterli vorrei vedere un gruppo di giornalisti da ogni Paese europeo impegnati a studiare quale immagine degli altri Paesi è presentata dai giornali nazionali, cioè quali stereotipi contribuiscono a diffondere. Chi meglio di 7 potrebbe fare una bella rubrica su questo tema? Francesca Zilio fzilio@nationbranditalia.it
Finalmente anche l’estero
Non sono un “giovane di spirito” e neppure “misoneista”. Semmai, un doppio
7 (ho 77 anni) che cerca di rimanere al passo dei tempi. Da sempre. Il nuovo settimanale mi piace. Finalmente qualcosa che sa anche di estero. Grazie quindi per il “Book-o-matic, Pubblicano il mio libro! Ma quanto mi costa?”, (8 giugno). Grazie per “Cos’è una nazione?” (stesso numero). A Rossella Tercatin autrice di “Gioca Israele, gioca” (15 giugno) chiederei: si vive meglio tra Gerusalemme e Tel Aviv, o tra Haifa e Nazareth? Complimenti infine a Elvira Serra per il suo “In viaggio con mamma (sul Bernina Express)” (15 giugno), il più romantico degli articoli apparsi finora su 7. Parafrasando un vecchio film, sembra scritto da… The Quiet Wo
man. Avanti così. Aldo Prinzivalli aldovittorioprinzivalli@gmail.com Caro Aldo, la ringrazio. Anche Israele, nonostante la sua identità plurimillenaria, cerca di tenersi al passo con i tempi. Dove si vive meglio? Dipende da cosa si cerca (vibrazioni spirituali, lavorative, marine?). Una cosa senz’altro accomuna tutto il Paese: da Tel Aviv a Gerusalemme, da Haifa a Nazareth: non si corre il rischio di annoiarsi. Poca terra, tanta identità: così la vita intensa è servita. Rossella Tercatin
L’Islam e le donne
Buongiorno, nello spazio fotografico “Occhio non vede” di Giuseppe Di Piazza, (15 giugno) ho notato che avete centrato tutto sul contrasto tra l’au- tomobile e i fedeli islamici in preghiera che la circondano. Dopo un iniziale spaesamento, ho invece notato una fragorosa assenza: le donne. Oltre alle tovaglie e ai datteri, potevate fare un cenno anche a questo. Marco Gadda mgadda@me.com Nelle moschee e nei luoghi di preghiera, uomini e donne sono di norma separati. Come spiega una musulmana di Varese, Souad, tunisina, il motivo è il seguente: le donne potrebbero essere un elemento di distrazione. Giuseppe Di Piazza
Una rubrica per la grammatica
È la prima volta che scrivo una lettera ad un giornale... eccomi qui. Complimenti per il nuovo 7... mi piace. Mi piace lo stile, pulito, asciutto ed essenziale. Un suggerimento: perché non prevedete una rubrica (in ogni numero o solo su alcuni) in cui selezionate un testo inviato da un lettore e ne fate un’analisi grammaticale stile “correttore di bozze”? Potrebbe essere un buon modo per (re?) imparare a scrivere e, anche, per leggere piccoli o grandi storie. Luisa Gramaticopolo luisagramaticopolo@gmail.com Buona idea. Ci pensiamo. Abbiamo anche la persona giusta.