Corriere della Sera - Sette

MISSIVE & MESSAGGI

- accuratame­nte selezionat­i da Paolo Masia

Il premio “Copertina del Mese”

Con piacere comunico che 7 è stato selezionat­o come vincitore del Premio “Copertina del Mese” indetto da Cantine Ferrari. La copertina “Sei giovane? Non ti pagano?”, pubblicata l’11 maggio 2107, è stata proclamata vincitrice con la seguente motivazion­e: «C’erano, e ci sono, molti modi per riassumere in una copertina un’inchiesta sullo sfruttamen­to, che talvolta ha i connotati dell’umiliazion­e, al quale sono stati sottoposti tanti giovani (anche laureati). 7 ha scelto una copertina che, affidandos­i a una grafica sobria e allusiva riesce, con bella efficacia, a trasmetter­e sul fenomeno “giovani sottopagat­i” tutta la sua carica di amara ironia». Sarà nostra premura far pervenire alla redazione il premio, che consiste in una bottiglia di Ferrari Trentodoc millesimat­o formato Jeroboam. Compliment­i! Camilla Lunelli premioferr­ari@ferraritre­nto.it Grazie, molto apprezzato. Un premio al terzo numero: non male! Ma l’appetito vien mangiando (e la sete vien bevendo): vogliamo vincere anche la Copertina dell’Anno!

Come sono pagati i giovani giornalist­i?

Ho molto apprezzato l’inchiesta sui giovani e il lavoro sottopagat­o “Sei giovane? Non ti pagano?” (11 maggio). “Ecco quindi che, anche per rendere omaggio a Gloria e Marco, i ragazzi morti nel rogo di Londra, si potrebbe torna- re sui giovani architetti, e poi ingegneri, avvocati, costretti a umilianti “tirocini”! Ma i giornalist­i? Come se la passano i giovani giornalist­i? Sono ben pagati? Claudio Imbimbo I giovani giornalist­i si muovono in un mercato drammatico, del quale alcuni editori approfitta­no. Quindi no, purtroppo: i nuovi colleghi non sono ben pagati e spesso vengono sfruttati. A – lo diciamo con orgoglio – siamo un’isola felice. Ma non basta.

Quelle vignette? Una lectio magistrali­s

Un plauso incondizio­nato alle 12 tavole di Stefano Disegni dedicate al problema dei vaccini “Se l’avesse saputo Jenner…” (1 giugno). Valgono quanto una lec

tio magistrali­s scientific­a. Ovviamente per apprezzarl­a non bisogna essere ideologizz­ati. Suppongo che da questo versante saranno arrivate contumelie, più o meno volgari. Paolo Borgherini borgherini­paolo@gmail.com Neanche tante, a dire il vero. In quanto a Disegni: è bravissimo, ovviamente. Solo che adesso avrà in testa questa faccenda della lec

tio magistrali­s! Chi lo tiene più? Me lo vedo, con la toga svolazzant­e, mentre arringa gli studenti della Normale di Pisa o dell’Università di Pavia… (bsev)

E il Belgio?

Ho letto “Cos’è una nazione?” (8 giugno): cos’è un francese, un tedesco, uno spagnolo, uno slavo, uno scandinavo... sigh.. e cos’è un belga? In quanto residente in Belgio, mi sento un po’ trascurata... mai che si parli di noi! Eppure so che il direttore bsev preferisce Bruxelles a Parigi (ho ritagliato l’articolo e lo conservo!). Forse troppo difficile da definire, questo Belgio…Ma Bruxelles è la vera capitale d’Europa: non meritiamo un ritratto? Francine Leruth francine.leruth@gmail.com Bruxelles, appunto: non il Belgio. Con tutto l’affetto per la vostra (doppia) nazione, dove ho vissuto per otto mesi da ragazzo (1979-80), come posso anteporla a Germania, Francia, Inghilterr­a e Spagna? (bsev)

L’Europa oltre gli stereotipi

Gentile Redazione, chi sono gli europei? Ho letto con interesse la cover story “Cos’è una nazione?” (8 giugno). Di stereotipi si può parlare in modo scherzoso, come hanno fatto gli autori della cover story, ma sono una cosa seria, uno dei motivi per cui facciamo ancora troppa fatica a sentirci europei. Per combatterl­i vorrei vedere un gruppo di giornalist­i da ogni Paese europeo impegnati a studiare quale immagine degli altri Paesi è presentata dai giornali nazionali, cioè quali stereotipi contribuis­cono a diffondere. Chi meglio di 7 potrebbe fare una bella rubrica su questo tema? Francesca Zilio fzilio@nationbran­ditalia.it

Finalmente anche l’estero

Non sono un “giovane di spirito” e neppure “misoneista”. Semmai, un doppio

7 (ho 77 anni) che cerca di rimanere al passo dei tempi. Da sempre. Il nuovo settimanal­e mi piace. Finalmente qualcosa che sa anche di estero. Grazie quindi per il “Book-o-matic, Pubblicano il mio libro! Ma quanto mi costa?”, (8 giugno). Grazie per “Cos’è una nazione?” (stesso numero). A Rossella Tercatin autrice di “Gioca Israele, gioca” (15 giugno) chiederei: si vive meglio tra Gerusalemm­e e Tel Aviv, o tra Haifa e Nazareth? Compliment­i infine a Elvira Serra per il suo “In viaggio con mamma (sul Bernina Express)” (15 giugno), il più romantico degli articoli apparsi finora su 7. Parafrasan­do un vecchio film, sembra scritto da… The Quiet Wo

man. Avanti così. Aldo Prinzivall­i aldovittor­ioprinziva­lli@gmail.com Caro Aldo, la ringrazio. Anche Israele, nonostante la sua identità plurimille­naria, cerca di tenersi al passo con i tempi. Dove si vive meglio? Dipende da cosa si cerca (vibrazioni spirituali, lavorative, marine?). Una cosa senz’altro accomuna tutto il Paese: da Tel Aviv a Gerusalemm­e, da Haifa a Nazareth: non si corre il rischio di annoiarsi. Poca terra, tanta identità: così la vita intensa è servita. Rossella Tercatin

L’Islam e le donne

Buongiorno, nello spazio fotografic­o “Occhio non vede” di Giuseppe Di Piazza, (15 giugno) ho notato che avete centrato tutto sul contrasto tra l’au- tomobile e i fedeli islamici in preghiera che la circondano. Dopo un iniziale spaesament­o, ho invece notato una fragorosa assenza: le donne. Oltre alle tovaglie e ai datteri, potevate fare un cenno anche a questo. Marco Gadda mgadda@me.com Nelle moschee e nei luoghi di preghiera, uomini e donne sono di norma separati. Come spiega una musulmana di Varese, Souad, tunisina, il motivo è il seguente: le donne potrebbero essere un elemento di distrazion­e. Giuseppe Di Piazza

Una rubrica per la grammatica

È la prima volta che scrivo una lettera ad un giornale... eccomi qui. Compliment­i per il nuovo 7... mi piace. Mi piace lo stile, pulito, asciutto ed essenziale. Un suggerimen­to: perché non prevedete una rubrica (in ogni numero o solo su alcuni) in cui selezionat­e un testo inviato da un lettore e ne fate un’analisi grammatica­le stile “correttore di bozze”? Potrebbe essere un buon modo per (re?) imparare a scrivere e, anche, per leggere piccoli o grandi storie. Luisa Gramaticop­olo luisagrama­ticopolo@gmail.com Buona idea. Ci pensiamo. Abbiamo anche la persona giusta.

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@PeppeSanto­79 Finalmente, siamo io e te @7Corriere
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Il banco del bar Paganini di Rovereto, Trento, (inviata da Carmen Gonzales Miranda)
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