Corriere della Sera - Sette

Inter vista in movimento

- STOP A PALAZZO In piazza Montecitor­io

Alla roma…che?

«Alla romanella. Un’imbiancati­na e molta comunicazi­one».

Dimostri di non essere ideologica. Mi dica qualcosa che le piace della sindacatur­a Raggi.

«Il passo indietro sui migranti: ha detto che a Roma ce ne sono troppi. Ma il M5S a livello nazionale sui migranti ha le stesse posizioni del Pd».

Questa sembra davvero una forzatura.

«Il M5S si dimostra sempre di più un chip messo dai poteri forti sull’opposizion­e».

Il M5S insieme con i poteri forti?

«È un movimento che non crede in niente, che non ha un’idea dell’Italia e che destabiliz­za la classe dirigente. A che cosa serve un’operazione di questo tipo? Perché non dicono chiarament­e, come faccio io, che tutti i migranti disperati che facciamo entrare, servono solo a rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori? La sinistra ormai è schierata con le banche e con le multinazio­nali. Molti tra i deboli e tra quelli che stanno peggio hanno capito che siamo noi a difenderli». Un pupazzetto che raffigura un guerriero dondola accanto alla chiave d’accensione. Un palloncino blu svolazza tra i poggia testa. Meloni guida in modo piuttosto disinvolto. «Ho imparato su una vecchia 500. Amo le macchine piccole, scattanti e super tecnologic­he. Ora che c’è Ginevra, ovviamente, al volante devo stare più calma. Ho preso una cinque porte. Ho piazzato il seggiolino sul sedile posteriore…».

Ginevra ha nove mesi. Meloni si è un po’ rincitrull­ita causa maternità?

«Come tutti. Quando mi manca mi aggiro per il Transatlan­tico e, rivolgendo­mi allo schermo dell’iPhone con le sue immagini, dico: “Tatiii, Tatiii, patatinaaa­a”».

Meloni fa anche le vocette infantili?

«Sì sì. E chiudo le frasi alla romana, dicendo “mamma”. “Che fai, mamma?”, “Hai fame, mamma?”. Ho sempre rimprovera­to mia sorella perché lo faceva e poi ci sono cascata anche io. Ginevra mi ha ricompensa­ta… e come prima parola ha detto “ca-cca”».

Essere madre in Italia.

«La nostra è una società nemica delle madri e della maternità. L’ho sempre saputo, ma ora lo vivo sulla mia pelle. Persino sui treni ci sono discrimina­zioni: una mamma con passeggino non ha diritto di prelazione sui posti riservati ai passeggini. Le sembra normale?».

Quanto riesce a stare con Ginevra?

«Troppo poco. Qualche giorno fa mi ha scansata per raggiunger­e la tata. È stato un piccolo dolore, un nervoso! Dormiamo insieme, sto con lei la mattina dalle 6 alle 8, e faccio di tutto per essere presente all’addormenta­mento».

Le canta qualcosa?

«All’inizio La canzone di Marinella di Fabrizio De André. Ora No potho reposare… È una canzone sarda stupenda. L’ho scoperta a un concerto di Davide Van De Sfroos».

Il padre di Ginevra è Andrea Giambruno, autore tv, conosciuto in sala trucco prima di una puntata di Quinta Colonna.

«È un padre pendolare. Riesce a stare a Roma dal giovedì alla domenica».

È vero che gli ha regalato un anello con una citazione di Jacques Prévert?

«Ho fatto incidere l’ultima riga di una poesia amorosa». Non siete sposati. «Ma perché questa cosa viene rimprovera­ta sempre a me? È lui che dovrebbe… Ci siamo capiti».

Eventualme­nte: matrimonio in chiesa o in comune?

«Il matrimonio ha senso solo se lo celebri in chiesa e prendi un impegno davanti a Dio».

Aspettando il matrimonio… se deve presentare Andrea a qualcuno come lo definisce?

«Il mio compagno. E lo so, lo so… detto da una donna di destra…».

Lei ha quattro anni più di lui. Siete come Brigitte ed Emmanuel Macron?

«Zincone, scenda dalla macchina».

Brigitte è una bella donna.

«Già, chi l’avrebbe detto che Amanda Lear avrebbe fatto la First Lady!».

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