Gli amici mi hanno detto: «Tu finirai a Lisbona»
Società hi-tech e voli low cost riempiono di giovani da tutta Europa le vecchie stradine della capitale portoghese. Una scrittrice italiana che vive a Londra si è immersa nell’antica malinconia della città e ha scoperto come e perché il tempo, qui, ha ricominciato a correre fuga – prima risentita e poi euforica – da parte di chi ci si era trasferito non tanto per lavoro quanto per un capitale culturale ormai dissipato; il caro affitti e gli episodi di terrorismo negli altri centri europei stanno facendo il resto. I lisbonesi lo hanno capito, e si fanno venire in mente slogan promozionali su misura: la prima cosa che mi ha detto un tassista è stata «Trasferisciti qui: tutto resta sempre com’è. Beviamo troppo,, mangiamo maiale e non piacciamo all’Isis». Ma non è vero che Lisbona è fuori dal tempo, non più. Anche se fa di tutto per fartelo credere.