Corriere della Sera - Sette

Geopolitic­a da spiaggia

- GRETA SCLAUNICH

Prima i nobili asburgici, poi i tedeschi e gli austriaci, quindi (finito il comunismo) gli europei dell’Est. Il litorale di Grado e Lignano è meglio di un corso di politica internazio­nale: spiega com’è cambiato, in un secolo, il nostro continente

IL DISGELO È COMINCIATO

alle 8 del mattino, nei tavoli della colazione degli hotel vista-mare. Prima, negli anni 80, c’erano le brioche e il caffè: la colazione dell’italiano in vacanza. Poi, ai buffet degli alberghi è stato aggiunto il salmone. E le uova e il bacon: piacciono ad austriaci e tedeschi. Ora ci sono anche porridge e prosecco. Li chiedono i turisti dell’Est Europa ed è finita che anche gli italiani ci si sono abituati: adesso, prima di andare in spiaggia, cominciano la giornata con tartine salate e un calice di vino. È la geopolitic­a da spiaggia: chi arriva, come e perché nelle località turistiche del Friuli-Venezia Giulia racconta di come è cambiata l’Europa. E come siamo cambiati noi. Le spiagge del Friuli sono il termometro dei cambiament­i militari, politici ed economici in Europa centro-orientale: invece che frequentar­e un corso di affari internazio­nali,

potreste venire qui. Finisce l’Impero e scompaiono le presenze imperiali (gli Asburgo erano i vip dell’epoca, c’erano le feste sul mare e i palestrati da spiaggia). Finisce la guerra e sale la Cortina di Ferro: gli europei dell’Est devono accontenta­rsi del lago Balaton (Ungheria) e delle spiagge di Varna (Bulgaria). Finisce il comunismo e, a Lignano e Grado, arrivano gli ex comunisti (in pullman, quasi sempre). Si scatenano i conflitti nella ex Jugoslavia e scompaiono serbi e bosniaci dalle spiagge (compaiono altrove). Sale la tensione nei Balcani e arrivano i tedeschi. Scende il prezzo del petrolio, e diminuisco­no i russi. E così via. Le spiagge popolari del Friuli sono l’Adriatico targato Unione Europea: il più vicino, il più rassicuran­te. L’inizio geografico, climatico e psicologic­o dell’estate europea.

I CLICHÉ, ANCORA OGGI, RESTANO E LO CONFERMANO I DATI:

i turisti dal Nord Europa preferisco­no i campeggi, quelli dalla Russia gli hotel a cinque stelle. Ma sotto gli ombrelloni delle spiagge friulane di Grado e Lignano – le prime che i turisti dai paesi dell’Est incontrava­no, dopo aver passato le frontiere riaperte – le famiglie sembrano ancora tutte uguali. Cambiano le lingue. Ventotto anni dopo la caduta del Muro di Berlino, si sente parlare in tedesco e in ceco, in ungherese e in russo, in polacco e in inglese (devono pur comunicare tra loro!). In italiano, certo, ma forse un po’ meno: sia nell’antica isola di pescatori di Grado che a Lignano, esploso come meta per le vacanze negli anni 60, i turisti stranieri oggi sono più del doppio di quelli italiani. L’anno scorso, a Grado, su 328mila arrivi 228mila erano stranieri. Mentre a Lignano, su 671mila, 409mila venivano dall’estero. Austria e Germania in testa, e non c’è da stupirsene: Grado era la spiaggia dell’Impero austrounga­rico, quella dove i nobili arrivavano per prendere il sole e fare le

MA CHE BEI COSTUMINI In alto, la spiaggia di Grado affollata anche nel 1912 (sotto, in uno scatto del 1910). Nelle due foto a destra, Lignano Sabbiadoro oggi

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