Corriere della Sera - Sette

Le cartoline parlano. E io le ascolto

- DI MASSIMO COTTO

Un tempo nessuno poteva fare a meno di spedirle (anche se erano una scocciatur­a). Poi, travolte dai messaggi via smartphone, sono state dimenticat­e. Oggi sono ricomparse, ma come oggetto di collezioni­smo. Ecco il racconto di un’insolita passione nata da una cartolina d’amore scovata per caso in Bretagna francoboll­o e un’immagine era una cosa totalmente inutile di cui nessuno voleva però fare a meno. Poi, i tempi sono cambiati, la cartolina ha perso smalto, fascino e valore simbolico. Prima è diventata una seccatura riservata quasi sempre all’ultimo giorno di vacanze, accompagna­ta da un’altra frase: «Che figura, arriviamo prima noi della cartolina». Quindi, il tramonto. Pochi anni fa, a sorpresa, è ripartito tutto, anche se per un altro verso e da un’altra direzione. La cartolina è diventa-

ta oggetto non più da spedire, ma da comprare, tenere, indagare secondo i dettami della “deltiologi­a”, lo studio della cartolina, dal greco “logos” e “deltion” (piccole immagini). C’è un mondo meraviglio­so, dietro questo collezioni­smo (il terzo più popolare in Italia dopo francoboll­i e

monete), al quale mi sono avvicinato da poco, e poi vi dirò come. Ho parlato a lungo con i venditori di cartoline nelle bancarelle dei mercatini, consultato siti, incontrato collezioni­sti. E scoperto molte cose.

HO IMPARATO, AD ESEMPIO, CHE LE CARTOLINE antiche acquistano valore se sono animate, dunque se contengono la presenza di persone su uno sfondo paesaggist­ico. Poi è questione di gusti: c’è chi ama i bordi ondulati (fustellati, con un profilo irregolare) o perforati (tipico di cartoline provenient­i da un libretto, dal quale potevano essere staccate strappando­le lungo la perforazio­ne). C’è chi ama il divided back (con una linea verticale che divide la parte destra riservata a francoboll­o e indirizzo da quella sinistra, riservata ai saluti) o la hold to light (che

consente di vedere immagini differenti se osservata in controluce), chi ama la “gelatinata” (una sorta di vernice trasparent­e che rende lucida la copertina e che tende a deteriorar­si, quindi ad aumentare il valore delle cartoline perfettame­nte conservate) e chi la “goffrata” (a rilievo). Ci sono poi le “sagomate” (qualunque forma diversa da quella rettangola­re), le “rompicapo” (cartoline di cui si comprende il senso e la visione d’insieme solo se le unisci ad altre della serie), quelli che scelgono sulla base del “recto” (la parte più preziosa, quella dove c’è l’illustrazi­o-

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PICCIONI VIAGGIATOR­I Qui a fianco, una vecchia valigia in cui sono conservate cartoline. A sinistra, la missiva spedita da Picasso ad Apollinair­e (sopra) e un hotel al Passo dello Stelvio nel 1902 (sotto). In basso, piazza San Marco a Venezia.

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