Corriere della Sera - Sette

PICCOLO MONDO ANTICO

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Oggi spediamo foto dallo smartphone, e così le cartoline sono diventate una passione da collezioni­sti

«MANDACI UNA CARTOLINA». Questa era sempre l’ultima frase, dopo i saluti e i sorrisi, a volte anche i baci. E alla fine di quelle tre parole, c’era un punto esclamativ­o invisibile che trasformav­a quel “mandaci una cartolina” in qualcosa che si muoveva tra i due estremi dell’ordine e della preghiera. Perché chi partiva per le vacanze, in anni in cui non tutti si andava e non tutti alla stessa maniera, aveva il dovere morale di scrivere, per una forma di condivisio­ne e minima retribuzio­ne.

Chi riceveva la cartolina la mostrava al resto della famiglia e diceva: «Guarda che bel posto», anche se, a volte,

tanto bello non era. Poi la metteva sopra la pila dei quotidiani che si ammucchiav­ano in cucina, o nel tinello, dove ingialliva­no, prima di essere buttati. La cartolina li seguiva, nel sacchetto di plastica dove si infilava tutto, dalle bucce di mandarino alle scatole di fiammiferi, perché la differenzi­ata non esisteva. Così andavano le cose negli anni Sessanta e Settanta, quando quel rettangolo con un

 ??  ?? GIOCHI D’ACQUA Dall’alto in senso orario: la cartolina acquistata da Massimo Cotto a Saint Malo che racconta la storia di due giovani; un’altra immagine della località in Bretagna; i giardini e la piazza Carlo Felice a Torino; il golfo di Napoli visto...
GIOCHI D’ACQUA Dall’alto in senso orario: la cartolina acquistata da Massimo Cotto a Saint Malo che racconta la storia di due giovani; un’altra immagine della località in Bretagna; i giardini e la piazza Carlo Felice a Torino; il golfo di Napoli visto...
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