PICCOLO MONDO ANTICO
Oggi spediamo foto dallo smartphone, e così le cartoline sono diventate una passione da collezionisti
«MANDACI UNA CARTOLINA». Questa era sempre l’ultima frase, dopo i saluti e i sorrisi, a volte anche i baci. E alla fine di quelle tre parole, c’era un punto esclamativo invisibile che trasformava quel “mandaci una cartolina” in qualcosa che si muoveva tra i due estremi dell’ordine e della preghiera. Perché chi partiva per le vacanze, in anni in cui non tutti si andava e non tutti alla stessa maniera, aveva il dovere morale di scrivere, per una forma di condivisione e minima retribuzione.
Chi riceveva la cartolina la mostrava al resto della famiglia e diceva: «Guarda che bel posto», anche se, a volte,
tanto bello non era. Poi la metteva sopra la pila dei quotidiani che si ammucchiavano in cucina, o nel tinello, dove ingiallivano, prima di essere buttati. La cartolina li seguiva, nel sacchetto di plastica dove si infilava tutto, dalle bucce di mandarino alle scatole di fiammiferi, perché la differenziata non esisteva. Così andavano le cose negli anni Sessanta e Settanta, quando quel rettangolo con un