CRITICO ROTANTE
Anche Milano rallenta davanti al tostino di Simonetta di Michela Proietti
PRIMA DI TUTTO MI PIACE LA CARTA
ROSA SALMONE
– con tanti mini SantAmbrogio – con cui avvolgono torte e bignè. In una scatola per la colomba, con il coperchio ricamato a piccolo punto, ci ho raccolto le mie foto. Superato il lato estetico, arriva quello goloso. Non si può dire di essere stati a Milano senza aver provato il cioccolatino Ambrogiotto o il Saint Germain Hugo al Fernet del Sant Ambroeus. Simonetta Langé Festorazzi, la proprietaria,
continua a dire di no a fondi e sceicchi: si tiene stretto il suo salotto di “sciure” che però piace anche alla fancy-people. La scoperta del Sant Ambroeus comincia con un caffè. Per me subito dopo è arrivata l’insalata di pollo (non è la solita tristezza light), poi il decisivo direttore di sala, Raffaele Longo, mi ha messo sul piatto un toast. Anzi, il toast. Tostino alle acciughe, per la precisione.
HO SCOPERTO IL MONDO DELLO SPUNTINO
fatto a regola d’arte, quello della provola che fila ma non scotta, del pan bauletto che scrocchia ma non è bruciacchiato. L’acciuga non è salata, la salsa di pomodoro sembra quella delle “puccette” di pane nella passata della nonna. Basta un morso e ci si
sente come Anton Ego, il cattivissimo critico del cartone animato Ratatouille: rabboniti da un viaggio all’indietro in sella a un panino, che in questo costa 6,50 euro. Al banco, 4,50 euro.