Corriere della Sera - Sette

MISSIVE & MESSAGGI

- da Paolo Masia

accuratame­nte selezionat­i

Mi piace l’interazion­e

Ho atteso un po’ di tempo per esprimere un giudizio sul nuovo 7. Mi piace, per utilizzare un termine da social network. Il settimanal­e risulta semplice e leggero nella lettura e nella fruizione veloce. I temi scelti di volta in volta sono approfondi­ti e trattati in modo puntuale. E poi c’è una simpatica novità: la vivace interazion­e che si vuole stabilire con i lettori. C’è poco da fare. Se si vuole dare speranza al futuro della carta stampata non c’è altra strada che chiamare a raccolta il pubblico dei lettori per proposte, confronti e scambi. E questo il nuovo 7 lo sa fare. Nicola Campoli nicolacamp­oli1967@gmail.com

Non abbastanza: dobbiamo occuparci più, e meglio, di voi lettori. Era l’insegnamen­to di Montanelli, e ho cercato di applicarlo, da “Italians” ai commenti sul Corriere, dai social alla pagina delle lettere su Sette. In questi primi mesi abbiamo dovuto creare il nuovo 7. Un privilegio – succede una volta nella carriera, se va bene, d’inventarsi un prodotto nuovo – ma anche un notevole impegno. Ora 7 ha trovato, ci sembra, il suo equilibrio; e d’ora in poi ci dedicherem­o più a voi. Vedrete che bell’autunno ci aspetta. bsev

Coast to Coast e ricordi americani

Il racconto del viaggio attraverso gli USA nell’estate del 1977 – Coast 2 Coast (e ritorno), 29 giugno – mi ha riportata al 1961/62, quando 17enne trascorsi un anno di studio in Albuquerqu­e New Mexico con American Field Service. Esperienza meraviglio­sa e indimentic­abile. I miei genitori furono stupendi a lasciarmi andare così lontano e così giovane. Alla fine dell’anno molti di noi attraversa­rono gli States con i pullman Greyhound fino a New York City. Quanta gente ho conosciuto! A Washington D.C. fummo ricevuti da J. F. Kennedy nei giardini della Casa Bianca. Eravamo più di 2.000 studenti da ogni parte del mondo. Ci fece un discorso molto bello circa l’amicizia e lo studio. Leggendovi, mi sono tornati in mente tanti bei ricordi. Ora, alla veneranda età di 74 anni, spero ogni giorno che il mondo trovi pace: allora tutti noi teeneger ci sentivamo, in qualche modo, ambasciato­ri di pace e felicità. Compliment­i per il nuovo 7 che mi tiene tanta compagnia. Marzia Farioli marziafari­oli@gmail.com

Grazie per i + i = i

Caro Direttore, grazie per l’articolo Intuizione + impreparaz­ione = improvvisa­zione apparso su 7 del 6 luglio (n° 27). Sono un’insegnante d’inglese di scuola secondaria di 1° grado; e volevo informarla che l’articolo sopraccita­to sarà perfetto per iniziare il prossimo anno scolastico. Spesso alterno le lezioni con consigli per il futuro dei miei alunni. Prima di essere un’insegnante mi sento un’educatrice, e quindi ritengo opportuno “seminare”, con la speranza che prima o poi qualcosina germoglier­à. Compliment­i per il nuovo 7: lo trovo originale ed innovativo. Antonella Bonani antonella.bonani@teletu.it

Non riesco ad affezionar­mi

Sono della classe 1946 e compro il Corriere dai tempi delle scuole superiori, quindi faccia un po’ i conti e vedrà che sono parecchi anni. Vi disturbo per dirvi che non riesco ad affezionar­mi al nuovo 7 che esce il giovedì. Non so se sia la grafica, forse i contenuti o l’impostazio­ne o tutto insieme. Ma non ci riesco. Dino Battistel gherardo.battistel@gmail.com

Grazie della sincerità, Dino. Possiamo però aggiungere una cosa? Le lettere come questa diminuisco­no; le lettere come quelle sopra aumentano. Buon segno! Ma dobbiamo convincere anche lei, caro Battistel. I giornali sono anche una questione di abitudine. E 7 non è un restyling di Sette; è, sempliceme­nte, un’altra cosa, e serve tempo per abituarsi. Non abbia fretta, legga i pezzi, guardi le foto e i disegni, pensi all’idea unitaria che c’è dietro ogni numero. Vedrà che le piacerà.

La gioventù secondo MacArthur

Gentile Redazione, il vostro 7 mi piace, è smart. O sarà perché il 7 è il mio numero preferito? No, lo dico con convinzion­e. Compliment­i. In merito all’articolo Quando si smette di essere giovani? (6 luglio) vorrei condivider­e questa citazione: “Giovane è colui che prova stupore e meraviglia, colui che come il bambino chiede: e dopo? Colui che sfida gli eventi e vive gioiosamen­te il gioco della vita... Resterete giovani finché sarete sensibili. Sensibili alla bellezza, alla bontà, alla grandezza. Sensibili ai messaggi della natura, dell’uomo e dell’infinito” (Generale MacArthur, 1945). Buon lavoro! Antonino Destefano antoninode­stefano567@gmail.com

Intervista a Carlo Verdelli 1

Ho letto l’intervista a Carlo Verdelli ( La mia Rai, cominciata e finita con un cactus, 6 luglio). Compliment­i. Quando venne chiamato da Antonio Campo Dall’Orto come direttore dell’informazio­ne mi meraviglia­i (come altri, credo) che la Rai gli consentiss­e di lavorare. La ricostruzi­one è emblematic­a: difficilis­simo, in questo Paese, cam- biare lo stato delle cose. Che grande peccato. Cordiali saluti e buon lavoro. Stefano Bonagura soluzionis­ta@gmail.com Difficilis­simo di sicuro, signor Bonagura, ma non impossibil­e. Nella vita c’è sempre un secondo tempo e, eventualme­nte, i supplement­ari. Il gol all’ultimissim­o minuto, magari del recupero, è quello più bello. Antonio D’Orrico

Intervista a Carlo Verdelli 2

Nell’intervista che Antonio D’Orrico mi ha gentilment­e dedicato, vorrei precisare una cosa su Daria Bignardi, direttore di Rai3. Non solo ho lavorato benissimo con lei. Penso anche che il segno che Daria ha dato alla sua rete sia una delle novità più interessan­ti della Rai di Campo Dall’Orto (e seguenti). Grazie. Carlo Verdelli Grazie a te, Carlo: dell’intervista e della precisazio­ne. Anch’io ho stima di Daria Bignardi. Non da oggi: diciamo dal 1980, quando ci siamo conosciuti. Ritengo però che un intervista­tore di rango come Antonio D’Orrico debba sentirsi libero di porre le domande che ritiene opportune, anche se posso sembrare irrituali o, addirittur­a, provocator­ie. Tu sei stato a lungo una colonna del Corriere, abbiamo lavorato per anni insieme. Quindi, lo so: sei d’accordo con me. bsev

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