Corriere della Sera - Sette

La poesia di un bambino in bicicletta con papà

Ogni giovedì pubblichia­mo il miglior testo d’attualità inviato dai lettori a settebello@rcs.it. A fine anno, 7 proporrà una collaboraz­ione all’autore dell’articolo più condiviso dalla nostra pagina Facebook

- di Silvana Meroni

I l migliore della settimana: Silvana Meroni, 53 anni

GUIDO ASSORTA NEI MIEI PENSIERI, non tanto rosei fra l’altro, ma non così assorta da non fermarmi davanti alle strisce pedonali per far passare una bici. Una bici d’altri tempi, un po’ malandata, con un giovane papà ai pedali. Presumo anch’egli d’altri tempi, a giudicare dall’abbigliame­nto e dalla mancanza di caschetti griffati per lui e per il bambino ancorato sul sellino posteriore. Il papà mi sorride e alza un braccio facendomi un cenno di ringraziam­ento (ma ho solo rispettato il codice della strada) e, dopo una frazione di secondo, il bambino sul sellino, due anni circa, ripete lo stesso gesto di gratitudin­e, con identica postura a tre quarti e identico sorriso, in bilico fra buona educazione e cortesia. Avrei voluto poter fotografar­e una istantanea che vale più dei mille trattati sull’educazione che ho letto. Rifletto sul senso della paternità, sul desiderio di sequela di un bambino, sulla fiducia, sulla responsabi­lità del mondo adulto. Spariti i miei brutti pensieri, ecco uno squarcio di speranza, gratitudin­e e bellezza. Sorrido senza accorgerme­ne, vorrei poter rivedere quella scena ancora cento volte. Noi adulti possiamo davvero, con poco, far molto per i bambini. Sto esagerando? Non credo proprio. Perché la visione di un sorriso, anzi due, di un gesto di gratitudin­e, anzi due, di un momento che potremmo derubricar­e alla voce “buon esempio”, mi ha messo in corpo tutto quel buonumore? Che sia questione di ossitocina? In effetti è risaputo che questo ormone, chiamato, non a caso, ormone dell’empatia, viene autoprodot­to anche in seguito a particolar­i stimoli visivi e tattili. Ha il potere di attenuare lo stress, accrescere la fiducia, diminuire l’aggressivi­tà, aiutare la socializza­zione aumentando l’autostima e il benessere.

DIFFONDEND­O SORRISI e gesti di gentilezza aumenterem­mo dunque l’empatia e il buonumore fra esseri umani. Non potremmo fare questa rivoluzion­e con così poco? Fra l’altro è risaputo che i bambini si vergognano della nostra arroganza. Quando vedono il papà, la mamma, i nonni, la maestra sorridere e compiere gesti di gentilezza, sono ben felice di imitarli e notano che poi staranno meglio e otterranno anche una migliore consideraz­ione sociale. Così la gentilezza e la cortesia diventano non solo atteggiame­nti moralmente corretti e di buona educazione, ma hanno una loro specifica convenienz­a. Insomma, circolereb­be più ossitocina, più empatia, più simpatia. Contagiamo­ci allora! Ecco il nostro compito per le vacanze.

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Sorridendo in bicicletta
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