La poesia di un bambino in bicicletta con papà
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I l migliore della settimana: Silvana Meroni, 53 anni
GUIDO ASSORTA NEI MIEI PENSIERI, non tanto rosei fra l’altro, ma non così assorta da non fermarmi davanti alle strisce pedonali per far passare una bici. Una bici d’altri tempi, un po’ malandata, con un giovane papà ai pedali. Presumo anch’egli d’altri tempi, a giudicare dall’abbigliamento e dalla mancanza di caschetti griffati per lui e per il bambino ancorato sul sellino posteriore. Il papà mi sorride e alza un braccio facendomi un cenno di ringraziamento (ma ho solo rispettato il codice della strada) e, dopo una frazione di secondo, il bambino sul sellino, due anni circa, ripete lo stesso gesto di gratitudine, con identica postura a tre quarti e identico sorriso, in bilico fra buona educazione e cortesia. Avrei voluto poter fotografare una istantanea che vale più dei mille trattati sull’educazione che ho letto. Rifletto sul senso della paternità, sul desiderio di sequela di un bambino, sulla fiducia, sulla responsabilità del mondo adulto. Spariti i miei brutti pensieri, ecco uno squarcio di speranza, gratitudine e bellezza. Sorrido senza accorgermene, vorrei poter rivedere quella scena ancora cento volte. Noi adulti possiamo davvero, con poco, far molto per i bambini. Sto esagerando? Non credo proprio. Perché la visione di un sorriso, anzi due, di un gesto di gratitudine, anzi due, di un momento che potremmo derubricare alla voce “buon esempio”, mi ha messo in corpo tutto quel buonumore? Che sia questione di ossitocina? In effetti è risaputo che questo ormone, chiamato, non a caso, ormone dell’empatia, viene autoprodotto anche in seguito a particolari stimoli visivi e tattili. Ha il potere di attenuare lo stress, accrescere la fiducia, diminuire l’aggressività, aiutare la socializzazione aumentando l’autostima e il benessere.
DIFFONDENDO SORRISI e gesti di gentilezza aumenteremmo dunque l’empatia e il buonumore fra esseri umani. Non potremmo fare questa rivoluzione con così poco? Fra l’altro è risaputo che i bambini si vergognano della nostra arroganza. Quando vedono il papà, la mamma, i nonni, la maestra sorridere e compiere gesti di gentilezza, sono ben felice di imitarli e notano che poi staranno meglio e otterranno anche una migliore considerazione sociale. Così la gentilezza e la cortesia diventano non solo atteggiamenti moralmente corretti e di buona educazione, ma hanno una loro specifica convenienza. Insomma, circolerebbe più ossitocina, più empatia, più simpatia. Contagiamoci allora! Ecco il nostro compito per le vacanze.