Andrea Carandini
presidente FAI, 79 anni
«NON MI È MAI CAPITATO di lavorare in estate perché provenivo da una famiglia agiata. Nei mesi estivi studiavo. Del resto, si tratta di molto tempo fa: allora i genitori benestanti credevano che lavorare fosse una perdita di tempo, l’unica cosa che contava era formarsi per fare un’onorata carriera. Esisteva una paghetta, ma molto modesta: eravamo tenuti a stecchetto. Erano banditi tutti i diletti, fumetti e canzonette inclusi. Non c’era l’idea che un giovane potesse divertirsi e scoprire il mondo. Penso che mi sarebbe stato utilissimo fare un mestiere umile, perché si entra in contatto con le persone».