MACCHINE DEL TEMPO
Nata a Fiesole, nel 1936. Scrittrice, poetessa e drammaturga, a lungo compagna di Alberto Moravia. Ha vinto, tra gli altri, i premi Campiello e Strega. Il suo ultimo romanzo è La bambina e il sognatore.
La scrittrice che guidava nel deserto
A DACIA MARAINI È SEMPRE PIACIUTO GUIDARE. Fin da ragazza, tanto da decidere di prendere subito la patente C, quella per condurre anche i camion. «Mi piace anche adesso, non tanto in città. Oltre che riuscire a muoversi, il vero problema è quello di fermarsi. Non c’è mai parcheggio». In auto si è sempre sentita sicura: «Ho dei riflessi molto pronti». Questi sono venuti buoni nei
suoi numerosi viaggi, soprattutto sulle strade africane, se così si possono chiamare. Una volta soprattutto, nel 1969, in Mali. «Eravamo nel deserto e dormivamo in tenda. Noi eravamo in tre più un autista e avevamo una di quelle jeep enormi, da dieci posti, perché era carica di viveri, acqua e carburante per stare in giro anche un mese intero. Dormivamo in tenda. Una mattina ci siamo svegliati e il nostro autista era completamente ubriaco. Avvicinandoci alla jeep, lo vedevamo barcollare vistosamente». I suoi due compagni di viaggio erano i soliti: Moravia e Pasolini. «Pierpaolo lo ha guardato. Poi si è girato verso di me e ha detto: “Devi guidare tu”». Sono partiti, con il driver seduto dietro, «ma talmente malconcio che non era in grado neanche di orientarsi e di dirci la strada. Per fortuna quella notte non c’era stato vento forte e così sulla sabbia erano rimaste le tracce della pista. È difficilissimo guidare sulla sabbia, perché devi sempre tenere una certa velocità se no rischi di affondare, ma se vai troppo forte rischi di ribaltarti ». Sempre in Africa, durante un altro viaggio in Kenya, a tradire i tre compagni di viaggio – e di scrittura – non è stato l’autista, ma proprio l’auto. «Si è rotto un semiasse. Quella volta per fortuna c’era con noi un altro amico, Roberto Faidutti, fotografo e grande esperto di motori, che è riuscito a riparare il danno usando un pezzo di legno trovato per puro caso nelle vicinanze».