BLACK ROCK
Morrissey non ama l’Italia? Ce ne faremo una ragione
HO RESISTITO. HO ASPETTATO. HO PENSATO: non farà sul serio, è solo un momento di nervosismo. E invece no. Il britannico Steven Patrick Morrissey – ex uomo simbolo degli Smiths noto semplicemente come Morrissey, classe 1959 – davvero è convinto che l’Italia sia il «Paese più pericoloso al mondo» con «psicopatici liberi per le strade», addirittura «un posto dove si corrono gli stessi rischi che in Siria». Se fosse possibile inserire emoji negli articoli (per i pochissimi che non lo sanno, sono quelle faccine tanto abusate via cellulare) qui ci starebbe benissimo la faccetta sbigottita con gli occhi spalancati e le guance rosse dall’imbarazzo.
Ma come? verrebbe da dirgli. Ti adoriamo, ti aspettiamo, ti seguiamo, cantiamo assieme a te e tu che fai? Ci tratti a pesci in faccia perché hai avuto una discussione con un poliziotto.... Che delusione. E non è finita. Siccome siamo in un Paese in cui – dice – «non mi sento sicuro», Morrissey ha deciso di annullare tutte le date italiane dei suoi concerti. L’aveva detto fin dall’inizio ma anche lì ho pensato: è una reazione isterica, tornerà sui suoi passi. È stato un giallo per qualche giorno ma alla fine è arrivata la conferma ufficiale. Live Emotion Group, la produzione italiana del tour, ha fatto sapere alle Cronache
Maceratesi che «abbiamo provato fino all’ultimo momento a trovare una mediazione» ma non c’è stato nulla da fare e che «la decisione del cantante deriva da quanto accaduto a Roma». E allora vediamo «quanto accaduto a Roma». È IL 5 LUGLIO. Morrissey è nel nostro Paese per
registrare il suo nuovo disco e quel pomeriggio si trova in via del Corso, strada di folla e shopping nel cuore della capitale. Fin qui tutto certo. Da qui in poi invece è la parola dell’uno contro quella dell’altra. Cioè mister Morrissey da una parte e la polizia
dall’altra. Lui sostiene che un poliziotto gli ha urlato in faccia tenendo ben in vista la pistola dopo avergli chiesto i documenti che lui non aveva con sé. E dice che l’ha riconosciuto e voleva spaventarlo. «Credevo che volesse spararmi, vorrei mettere tutti in guardia su questo poliziotto, è pericolosamente aggressivo. Potrebbe uccidervi», ha raccontato lasciando rivelare a suo nipote il fatto che non ha avuto nessuna multa per infrazione stradale. Di più: alla stampa britannica ha detto: «Se questo succede a me, allora l’Italia è a livello della Siria in termini di stabilità morale. I migranti si butteranno presto verso i confini per tornare in Libia». CARO MISTER MORRISSEY, non saranno considerazioni esagerate? Certo noi non eravamo lì. Ma qualcosa che non va nella sua ricostruzione deve pur esserci se la Questura sostiene invece di averle consegnato un verbale perché la sua auto si sarebbe «immessa a tutta velocità contromano su via del Corso». Per di più i poliziotti dicono che lei ha ammesso le sue responsabilità e che ha minacciato l’agente della contravvenzione promettendo: «Lei diventerà famoso» dopo avergli scattato fotografie. Cos’è? L’anticamera della gogna? Complimenti per il self-control e pazienza se non ama l’Italia. Ce ne faremo una ragione».