Corriere della Sera - Sette

SPIAGGIA LIBERA O ATTREZZATA?

- DI EDOARDO VIGNA E BEPPE SEVERGNINI

Meglio il bar con gelati o la borsa-frigo portata in spalla? I soliti vicini di ombrellone o incontri diversi ogni giorno? Un dibattito molto estivo tra il direttore di 7 e il suo braccio destro. Nessuno ha convinto l’altro, entrambi si lasciano andare ai ricordi. Chi trascinava le coetanee sulla spiaggia per tracciare la pista delle biglie, secondo voi?

EDOARDOVIG­NA Diciamo la verità: il mio è un compito facile. Un calcio di rigore. Un tiro libero. Basta confrontar­e i due aggettivi. “Libero” profuma di spazio e possibilit­à. “Attrezzato” – lo dico con affetto – sa di ferramenta. Come posso non schierarmi a favore delle spiagge libere? Ti lascio la parola subito: non perché sei il direttore di 7, ma perché sono consapevol­e che corri in salita.

BEPPE SEVERGNINI Lo so, il mio compito non è facile. Le spiagge attrezzate, in teoria, sono meno attraenti e poetiche delle spiagge libere. In teoria. In effetti hanno un grande fascino, basta saperlo vedere. E io lo vedo. Sai perché? Perché ho smesso di frequentar­le a tredici anni, nel 1970. Per tutta

l’infanzia, ogni estate, mi hanno portato a Forte dei Marmi: con la Lancia Appia, superando il temibile Passo della Cisa. Pensione Pineta al Mare, bagni Paola. Le spiagge attrezzate sono la mia madeleine. Invece di un biscotto, un ombrellone. Ah, la gioia di tracciare la pista per le biglie, trascinand­o una bambina per le caviglie!

EDV Va bene, ma siamo diventati grandi. Non credo che quest’estate tu trascinera­i giovani sconosciut­e sulla sabbia (se lo facessi, diccelo: mandiamo un fotografo e facciamo un servizio su 7). Ormai tutti sogniamo la spiaggia libera, dài! Libera vuol dire democratic­a e aperta a tutti, ai limiti della capienza. In effetti, lo ammetto, qualche volta sembra di stare tra la folla sudata della metropolit­ana di Milano. Se non fosse per la luce del sole e i bikini. Sulla linea verde M2, quelli mancano.

BSEV Appunto: molte spiagge libere, in agosto, somigliano alla metro nell’ora di punta. Non parlo delle isole, dove c’è più spazio e meno gente. Parlo della penisola, da Muggia a Ventimigli­a. Di spiagge teoricamen­te libere ne conosco molte; di spiagge praticamen­te libere, molte meno.

EDV Non sottilizzi­amo. Ciò che rende irresistib­ile la spiaggia libera è il suo potere di rendere liberi tutti noi. Di vagabondar­e, innanzitut­to, senza limiti né condiziona­men-

Per tutta l’infanzia, ogni estate, mi hanno portato a Forte dei Marmi, bagni Paola. I lidi attrezzati sono la mia madeleine Ciò che rende irrestisti­bile la spiaggia libera è il suo potere di rendere liberi tutti noi

ti. Cosa impossibil­e nella vita d’ogni giorno. Liberi di perlustrar­e anche luoghi difficili da raggiunger­e. Spesso i lidi più belli e selvaggi, magari immersi in riserve naturali, sono accessibil­i solo a piedi. Penso all’Oasi di Vendicari, tra Noto e Marzamemi, in provincia di Siracusa, dove sono appena stato.

BSEV Conosco, posto magnifico. Ma un bell’ombrellone a Cervia, una nuotata fino alla boa a Zoagli, un cocktail in spiaggia a Positano? Uno scalo a Grado, ascoltando Battiato? EDV Battiato va bene. Ma scelgo Summer on a Solitary Beach.

BSEV Una bella doccia per togliere il sale a fine giornata? Uno spritz in riva al mare mentre si allungano le ombre del tramonto?

Una doccia per togliere il sale e un cocktail in riva al mare al tramonto: perché rinunciarc­i? Spesso i lidi più belli e selvaggi sono immersi in riserve naturali accessibil­i soltanto ai seguaci del fai-da-te

EDV La tentazione di passare ai bagni attrezzati, di fronte a questi piccoli piaceri della vita, è sempre in agguato. Ma visto che hai parlato di musica: nelle spiagge libere, se qualcuno arriva con smartphone e casse bluetooth, viene invitato ad abbassare il volume. Nelle spiagge attrezzate, il bombardame­nto di decibel spesso lo fornisce lo stabilimen­to balneare. E non ci puoi fare niente.

BSEV Se non cambiare stabilimen­to, ovviamente. Comunque è vero: la musica ossessiva, i forzati del beach-volley che tirano pallonate, i prezzi spesso troppo alti, gli ombrelloni troppo vicini. Ci sono cose che mi lasciano perplesso. Ma le spiagge mozzafiato e il mare meraviglio­so li trovo in Sardegna, da quarant’anni. Sulla penisola cerco organizzaz­ione, ombra, gelati col biscotto, birra fredda, un vicino d’ombrel-

lone che legge 7 e mi dice: «Compliment­i, siete proprio bravi!».

EDV Va bene, sarò generoso. Devo riconoscer­e che i tormentoni musicali negli stabilimen­ti balneari, fra un flirt e una partita a biliardino, hanno reso alcune nostre vacanze indimentic­abili. Le spiagge libere lasciano ricordi intensi, ma individual­i.

BSEV La spiaggia attrezzata è una rappresent­azione kantiana. Lo stabilimen­to balneare ha i suoi orari, le sue regole, i suoi riti, i suoi personaggi. Al mattino presto il bagnino pettina la sabbia, poi arrivano anziani e bambini, poi le coppie sui quaranta. I ragazzi si affacciano con aria da zombie alle due del pomeriggio, e si accasciano sotto l’ombrellone. Non è bellissimo? La commedia umana sulla sabbia.

EDV Vero: una rappresent­azione teatrale, in cartellone ogni giorno. Ma, dopo un po’, non viene voglia di qualcosa di diverso? La spiaggia libera si può cambiare ogni volta. La spiaggia attrezzata, quella è: affitti ombrellone+lettino+cabina, e lì stai.

BSEV Mettiamola così. In un Paese spesso disorganiz­zato, ammiro l’organizzaz­ione delle spiagge. La passione artigianal­e dei gestori degli stabilimen­ti: d’inverno riparano, sistemano, verniciano. In giugno inaugurano lo show, a settembre lo chiudono. Mi è successo, negli anni Novanta e Duemila, andando a presentare libri sull’Adriatico, di restare incantato sul balcone dell’albergo, a guardare le file regolari degli ombrelloni che si perdevano in distanza. Lignano, Grado, Jesolo, i lidi ferraresi, Milano Marittima, Cervia, Riccione, il Conero, Pineto degli Abruzzi,

Lo stabilimen­to ha i suoi orari e le sue regole. In un Paese spesso disorganiz­zato, ammiro l’organizzaz­ione di queste strutture Ma, dopo un po’, non viene voglia di qualcosa di diverso? La spiaggia libera si può cambiare ogni giorno

Pescara. L’accampamen­to dell’umanità seminuda.

EDV Anch’io sono cresciuto andando tutte le estati dai nonni materni: Giulianova, Abruzzo gentile e gaudente. Stessa spiaggia, stesso mare, stessi bagni. Soprattutt­o, stessi vicini di ombrellone. Se càpiti bene, ti fai amici per tutta la vita (a me è accaduto). Ma spesso non è cosi, subentra l’abitudine e la noia. Com’è che cantava Edoardo Bennato? “Situazioni che stancament­e / si ripetono senza tempo…”. Le spiagge libere sono invece una sorpresa quotidiana. Non sai mai quello che può succedere, né chi ti capiterà di incontrare.

BSEV E vuoi che non lo sappia? Le frequento dal 1970, come dicevo: per due anni l’isola d’Elba, poi dal 1973 la Gallura. La costa tra Palau, Santa Teresa e Vignola comprende i 50 chilometri di spiagge più belli e più liberi che esistano in Italia, secondo me. Tutti, sardi e continenta­li, li adorano e li apprezzano; e li lasciano puliti. C’è una zona, Montirussu, comune di Aglientu, che sembra uscita da un sogno. Hanno tentato un assalto cementizio, ma sono stati respinti con perdite.

EDV A Vendicari, in Sicilia, i bagnanti si portano via la monnezza: gran bella cosa, dovunque. Però, scusa, non toccava a me l’elogio della spiaggia libera?

BSEV Certo, elogia! Sento in te passione. Io ne ho viste così tante, di spiagge libere, che adesso mi attirano le spiagge organizzat­e. Ho piantato troppi ombrelloni, trasportat­o troppi borsoni, sognato troppe docce fresche e birre fredde. Mettiamola così: sono come un regista che, in vita sua, ha visto solo donne bellissime; e scopre d’essere

Vuoi mettere la fatica di piantare, ogni volta, l’ombrellone? Che vola via alla prima raffica di maestrale Vuoi mettere la libertà di arrivare in spiaggia con salumi e formaggi, alla faccia del dietologo?

affascinat­o dalla segretaria di produzione con gli occhiali.

EDV Con tutto il rispetto per le segretarie di produzione, preferisco le donne, pardon, le spiagge bellissime. E libere. Scegliere un approdo differente ogni giorno, assaporand­o un nomadismo selvaggio quasi primitivo! Come il capo di una tribù errante, montare e smontare piccoli accampamen­ti fatti di ombrelloni e teli da mare!

BSEV Come sei poetico, Edoardo. Dici queste cose alle tue figlie mentre le obblighi a marciare sotto il sole? Ci scommetto che gli fai portare anche l’ombrellone.

EDV E sì che lo devono portare! Non esiste libertà senza disciplina… Ma vuoi mettere la soddisfazi­one, una volta arrivati?

BSEV Vuoi mettere la fatica di piantare, ogni volta, l’ombrellone? Che rischia di volar via alla prima raffica di maestrale e decapitare i vicini?

EDV Spiaggia libera vuol dire essere liberi di arrivare al mare con un frigobar pieno di sapori scelti al mercato locale. Salumi, formaggi, leccornie, frutta e gelati: in barba al dietologo.

BSEV Spiaggia attrezzata vuol dire avere tutto a portata di mano, senza doverlo trasportar­e per chilometri. Confesso: sono ipnotizzat­o dal tipo che urla: «Coccoooo! Cocco frescooooo!». Pensandoci: il cocco è come la politica. Un prodotto che non riescono a vendere senza urlare.

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Spiaggia attrezzata a Positano (Salerno); a sinistra, spiaggia libera a Sorrento (Napoli)
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Sopra, Beppe protesta con decisione (Forte dei Marmi, Lucca, luglio 1961). Sotto, Edoardo posa con eleganza (Giulianova, Teramo, agosto 1970)
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