Corriere della Sera - Sette

GUÐBERGUR BERGSSON

IL CIGNO

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… Silenzio. Poi si udì uno strano suono, come se stesse sorridendo mentre respirava pesantemen­te con il naso. No… Forse, disse, ma il tempo è la cosa migliore, e come va a finire… Penso che chiunque morirebbe a sentire una frase del genere, disse la ragazza. Chi sarebbe potuto morire e lo voleva non è morto, mentre chi vuole vivere per le sue parole e per lei… Il giovane non disse niente. Si sentiva un fruscio di abiti e i due parlarono a volume normale. Senti, disse, senti questo, e sembrò leggere a voce alta: Non c’è quasi niente di meglio di una mano che tocca un corpo, preferibil­mente una mano sconosciut­a, e tu senti che la mano è sempre appartenut­a a quel luogo… in cui ti tocca… non è la mano che possiede. Nemmeno quella che prende. È la mano dell’inizio dei tempi… La bambina si irrigidì». Il Saggiatore, 2001

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