Manuale di conversazione
Qual è il segreto di Carlo Rovelli? Narrare la fisica come una poesia
OGNI TANTO MI MANCA il mio maestro delle elementari, Antonio D’Auria, ma noi lo chiamavamo professore. Soprattutto quando ho ricevuto la lettera della signora Lucia Esposito (Scafati, Salerno), che eleggo Maestra dell’Anno. Il motivo? Leggetela. «Mi permetta di congratularmi con lei per la splendida recensione fatta su la Lettura del libro di Carlo Rovelli
L’ordine del tempo, che in verità io stavo già leggendo per conto mio con grande diletto, ma che le sue parole hanno di certo contribuito a rendere più chiaro e quindi ancora più avvincente. Sono stata colpita soprattutto dal suo riferimento ai Presocratici e all’intelligenza delle cose da Rovelli forse vagheggiata sul loro esempio. Ma in verità è tutta la sua recensione che mi ha colpita, forse perché è razionale e poetica nello stesso tempo. Proprio come il bel libro di Rovelli, di cui le sue parole, caro dottore, rendono perfettamente la passione umana e scientifica che ne percorre ogni pagina. La leggo sempre, sia su La Lettura che su 7, perché dal suo modo di scrivere c’è sempre tanto da imparare. Anche quando mi capita di non condividere appieno qualche recensione. Ma in questo caso ragione e sentimento mi inducono proprio a congratularmi vivamente con lei per quella che più che una recensione a me è parsa una poesia trascritta in prosa. Se così si può dire. La saluto cordialmente, le auguro buone vacanze e spero proprio che queste mie parole giungano alla sua attenzione perché sono davvero sincere. E scusi se mi sono un po’ prolungata, ma come tutte le vecchie maestre di scuola mi piace molto chiacchierare. E lodare nella giusta misura quando lo si merita». Troppo buona, signora maestra.
MAURIZIO SILEI SCRIVE: «Non ho letto Riti notturni di Colin Wilson, ma ricordo il suo notevole I vampiri dello spazio e lo straordinario I parassiti della mente, agghiacciante horror alla Lovecraft. P.S. Concordo col considerare Il male oscuro un gran libro. Lo lessi all’epoca della sua prima edizione, memorabile per valenza stilistica e (a quanto ricordo) come viaggio senza respiro nello spirito e nella mente».