LA TENDENZA ALLE SBORNIE E AL COMUNISMO
«E IO NELLA SOLITUDINE RUMOROSA, di U Zlatého tygra sprizzavo di mistero, di aletheia, di quello che aspetta la mia testa, e che adesso devo raccontare, tutto quello che di fatto ho passato con il regime totalitario, col totalitarismo – io però non ho mai saputo che quello che anch’io ho vissuto, che era regime totalitario, io in realtà ce l’avevo dentro di me già dall’infanzia prenatale, e da quando nel portico, all’età di sei anni, i ragazzi di via Balbìnova mi hanno sparato con una pistola a tappi e io strillavo e urlavo vivendo un terrore che di fatto non c’era, così come ho vissuto il mio terrore col ministero degli interni come se ci fosse, e invece non c’era, era solo finto… (…) E io mi sono messo a raccontare che a Kersko, che lì a Mans, che a Velenka e soprattutto a Mandersejd, che in quella zona ci sono degli attaccabrighe, dei giovani che si divertono a fare a botte, e non solo tra di loro, ma anche con la polizia, e così una metà di quei giovanotti è appena stata rimessa in libertà, e l’altra è in galera… ma la cosa che gli piace di più è fare a botte coi poliziotti… tutt’a un tratto gli salta in mente di prendere a calci la macchina della pubblica sicurezza, strappano i fili delle trasmittenti e ogni tanto poi tirano fuori dalla macchina un poliziotto e l’ammazzano di botte, perché ce l’hanno nel sangue, ce l’hanno nei geni…».