Corriere della Sera - Sette

Il vero autore di Mannarino è nonno Pietro

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HO RICEVUTO UN CD IN REGALO, un mese fa. L’ho lasciato nel cassetto per una settimana perché con gli autori che non conosco o che conosco poco ho bisogno di prender tempo, diciamo così, prima di ascoltare. E quando finalmente l’ho liberato dalla plastica trasparent­e ho fatto quello che faccio sempre anche con i libri (un orrore, secondo molti amici): ho dato un’occhiata all’ultima delle pagine in fondo ai testi delle canzoni. Ho letto la dedica e ho deciso all’istante che quell’uomo in copertina con la barba e la faccia da ragazzino mi aveva già conquistat­a. « A Pietro Rolando, mio nonno » diceva la dedica. « Tutto questo senza di te non sarebbe mai successo » . Ci sono persone che porti sempre con te, anche quando non ci sono più. Alessandro Mannarino – adesso lo so – sale sul palco, canta, salta, sventola la sua bandiera di stracci e vive le sue giornate assieme a Pietro, suo nonno. Ne è sempre andato orgoglioso, lo ha ringraziat­o mille e mille volte, lo cita in continuazi­one, gli ha dedicato, appunto, l’ultimo suo disco, Apriti Cielo. E non importa che quell’uomo vecchio e malato ormai se ne sia andato e sia diventato soltanto un ricordo. Perché quel ricordo è uno scrigno di emozioni preziose, di quelle che scaldano la vita quand’è gelata. Sono affascinat­a e attratta da sempre dai legami lunghi e profondi, quelli che resistono all’usura del tempo. Sarà perché anch’io come lui ho adorato mio nonno e non lo lascio andar via anche se non c’è più, sarà perché non vedo altro che relazioni sfasciarsi, assottigli­arsi, perdersi, diventare inimicizie... Mi trasmette il senso della dolcezza tutta questa gratitudin­e per Pietro che – a forza di ricordi nelle interviste, nelle dichiarazi­oni, nei messaggi su Facebook – mi sembra di conoscere un po’ anch’io. Ho scoperto che c’è una canzone – Gli animali – nella quale si sente la voce di Pietro nella parte finale. E ho trovato poetico il racconto di quel giorno in cui il vecchio ascoltò Apriti cielo e disse a suo nipote: « Ma dove le trovi ’ste parole? »« Me le hai insegnate tu nonno » scrive lui in un messaggio dei tanti affidati alla platea infinita della Rete. «M’hai preso per mano da quando ero piccolo e mi hai salvato la vita. Mi hai insegnato (...) a non chinare mai la testa, a combattere sempre, a credere in me stesso e ad andare contro corrente perché il potere va preso in giro, e una risata è più forte di una pallottola... Mi hai detto di restare in piedi quando stavo nelle sabbie mobili, anche lì m’hai dato la mano e m’hai aiutato ad uscirne .

Ecco.

In un mondo che premia comportame­nti e modelli pericolosa­mente lontani dal buonsenso, Mannarino è una stella che brilla di luce diversa.

Mentre chiede al suo pubblico di costruire bandiere che siano strisce di colore e non più simboli di frontiere, mentre canta degli ultimi della Terra che camminano soli in mezzo a milioni di persone, chiude gli occhi e pensa a Pietro. Quasi sente il suo respiro lì, accanto a lui. Non c’è, ma c’è più di sempre.

 ??  ?? VOCE DAL CIELO Alessandro Mannarino, 38 anni, in concerto. Il suo ultimo album è Apriti cielo
VOCE DAL CIELO Alessandro Mannarino, 38 anni, in concerto. Il suo ultimo album è Apriti cielo
 ??  ?? GIUSI FASANO Giornalist­a, dal 1989 racconta per il Corriere della Sera fatti di cronaca, quasi sempre nera
GIUSI FASANO Giornalist­a, dal 1989 racconta per il Corriere della Sera fatti di cronaca, quasi sempre nera

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