Noi Xennials, generazione di perfetti i bridi
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IO E LEI SIAM LÌ CHE CIRCUMVESUVIAMO.
Siam lì su quel treno che delle volte sembra fermarsi anche dove non ci sono stazioni. Il Vesuvio sopra, il mare sotto, i due suonatori che si esibiscono, la gente in piedi, altra gente seduta, i fiati, non gli strumenti, impegnativi già a metà mattina, gli anglofoni che ridacchiano e ascoltano le casse gracchianti: «Next stop is Pompei». Lei, lì che legge china sul cellulare, mi fa: «Siamo Xennials ». «Cioè?». « Troppo giovani per la generazione X, troppo vecchi per essere Millennials. Però bravi ad adattarci. L’ha detto un professore». Poi non so cosa mi sia scattato in testa. So solo che delle volte penso a come era e a com’è.
PENSO CHE IO, LEI
e gli altri Xennials siam partiti con le cabine telefoniche e ci ritroviamo con gli smartphone nelle tasche, che manca poco e fanno anche il caffè. Siam partiti che mica c’era WhatsApp. Per trovarci la sera alzavamo la cornetta, facevamo il numero nel telefono con la rotella, aspettavamo che di là qualcuno dicesse «pronto» e ci mettevamo d’accordo. Giravamo con delle macchine che se avevano un confort avevano il servosterzo e ci ritroviamo con delle astronavi. Siam partiti con dei genitori che chiedevano di rispettare ciò che diceva la maestra, il professore, il catechista, l’allenatore. E che i più grandi bisognava ascoltarli sempre e tacere. Ci ritroviamo delle volte con i più piccoli di noi, che viaggiano a colpi di selfie, non hanno in nota nessuno e han sempre ragione loro. Delle volte sentiamo dirci che siamo troppo giovani per comandare e troppo vecchi per competere coi più giovani. Insomma siam sempre in mezzo. Anche se siamo lì che circumvesuviamo e ci fermiamo anche dove non ci sono le stazioni. Che era un po’ come quando eravamo piccoli. Tutto un po’ più lento. E poi ci ritroviamo a viaggiare sull’alta velocità e non facciamo neanche in tempo a sentire che la prossima stazione è Firenze che siamo già arrivati a Firenze. Siamo Xennials, siam sempre in mezzo.
Può anche darsi. Io so solo che delle volte vorrei essere un treno lento, ma devo viaggiare ad alta velocità. E viceversa. Che vorrei chiacchierare sul muretto coi miei amici, come qualche anno fa, e mi ritrovo intorno al tavolo con altri quattro, me compreso, che guardiamo Facebook, Instagram e compagnia. E nessuno spiaccica una sillaba. Siamo Xennials. Sono stato bravo ad adattarmi? Non lo so. Ma a volte in testa ho solo un gran casino.
CI SIAMO ADATTATI?