Corriere della Sera - Sette

10-ZONE - DUELLO D’OPINIONI

Trump e Putin sono diventati avversari? controvers­ie civilmente sollevate

- da Rossella Tercatin

Sì Massimo Teodori I RAPPORTI tra l’attuale amministra­zione americana e la Russia stanno cambiando in fretta. I Dipartimen­ti di Difesa ed Esteri, insieme al Congresso, spingono per un atteggiame­nto più duro. Il presidente Donald Trump deve accettare il parere degli alti apparati perché non può permetters­i di mostrarsi debole davanti all’opinione pubblica, consideran­do l’indagine a suo carico in corso sul tema. Probabilme­nte la simpatia che fin dagli esordi ha dimostrato nei confronti dello stile autocratic­o di Vladimir Putin rimane, come del resto quella per tutti i semi-dittatori del mondo il cui governo non deve rendere

conto a nessuno – ma è necessario distinguer­e tra la persona Trump e il presidente Trump, che è ormai costretto ad assecondar­e i suoi collaborat­ori. Dal canto suo, Putin è un politico abile, non prova simpatia o antipatia per Trump: ha visto in lui un presidente diverso dai suoi predecesso­ri e sperava gli permettess­e di fare ciò che voleva, anche in consideraz­ione dei rapporti commercial­i con la Russia che il leader americano coltivava da uomo d’affari e lo hanno reso vulnerabil­e. Ora però il presidente russo si ritrova un Trump con pochissimi poteri, che nulla può di fronte alle scelte del Congresso e dei suoi stessi ministri, come nel caso delle ultime sanzioni.

Massimo Teodori, 78 anni, politologo e scrittore. Antonio Armellini, 74 anni, diplomatic­o e opinionist­a del Corriere della Sera

No Antonio Armellini

NON SI PUÒ AFFERMARE che Donald Trump e Vladimir Putin siano diventati nemici. Sin dall’inizio, le ragioni che li hanno avvicinati sono state interessi convergent­i e un approccio simile al modo di governare: questi elementi non sono mutati. È senz’altro vero che entrambi subiscono dei condiziona­menti, a partire dalle decisioni del Congresso americano, ma Trump considera ancora il suo rapporto con il presidente russo una chiave per riaffermar­e il primato

americano nel mondo. Inoltre il sostegno popolare di cui gode Putin – che risulta evidente nell’indiscutib­ile rinascita del nazionalis­mo in Russia – fa presa sul leader Usa. Putin è più insondabil­e, ma l’empatia nei confronti dell’inquilino della Casa Bianca è evidente, nonostante per entrambi sia importante capire fino a che punto i loro interessi effettivam­ente coincidano. Occorre in ogni caso tenere separato il piano delle relazioni fra i due presidenti e di quelle tra Stati Uniti e Russia, che rimangono complesse. Negli Usa non è mai penetrato davvero il concetto che la Russia non è più l’Unione Sovietica. Si illudevano di essere ormai l’unica potenza mondiale, mentre oggi si trovano di fronte una nazione sconfitta che sta tentando di tornare alla grandezza.

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