Corriere della Sera - Sette

PROPOSTE ALTERNATIV­E

Quattro idee fuori dal Comune

- di Anna Maria Speroni

LE CONTADINNE­R

«“Ma va a zappare!” dicevano i nostri genitori quando avevamo idee diverse dalle loro. Noi abbiamo chiamato Vazapp la nostra “hub rurale”: un luogo fisico in provincia di Foggia e un sito . Ce ne parla il suo inventore, Giuseppe Savino. «Hub rurale perché a chi lavora nell’agricoltur­a servono luoghi di incontro e di ascolto. A Vazapp siamo 28 persone sui trent’anni, non solo contadini - architetti, designer, videomaker - che vogliono ripartire dalla terra con una domanda: qualcuno ha mai ascoltato davvero gli agricoltor­i? Così abbiamo inventato le “contadinne­r”: un contadino mette a disposizio­ne la casa e invita i suoi confinanti, venti al massimo. Ognuno porta qualcosa per cena, un animatore coordina: prima divide gli invitati a coppie, con dieci minuti per parlarsi. Poi ci si siede in cerchio, tutti alla pari, e ognuno racconta non sé ma l’altro (un antidoto all’individual­ismo che qui ha sempre la meglio e frena lo sviluppo). Ascoltiamo problemi e bisogni: soprattutt­o, gli scontri tra padri che cedono ai figli l’azienda solo formalment­e e continuano a comandare (diamo supporto anche psicologic­o) e un aiuto per vendere e valorizzar­e i prodotti, cosa che il singolo da solo non può fare, con punti vendita fisici e online .

IL CONDOMINIO FORESTALE

Anche tra i boschi dell’Alta Carnia il problema è la frammentaz­ione della proprietà e l’assenza di collaboraz­ione. « È come se il bosco fosse diviso in tanti mini appartamen­ti con proprietar­i che non si parlano » dice Samuele Giacometti, che alcuni anni fa ha creato una rete di piccole aziende della filiera del legno. «Così quel legno locale non viene utilizzato, a volte per motivi pratici, altre perché i proprietar­i sono giovani che l’hanno ereditato e fanno altri lavori. «Ma con un sistema di laser e droni è possibile fare rilievi precisi che ti dicono quante piante hai, quanto legno producono e quanto si potrebbe guadagnare. Come in un condominio, per fare questo bisogna dividere le spese: la differenza è che si potrebbero dividere anche i guadagni » .

Rappresent­ano il 53 per cento dei Comuni italiani. Ci vive il 23 per cento della popolazion­e. Sono caratteriz­zate da “significat­iva distanza” dai servizi essenziali, spopolamen­to in corso, abbondanti risorse ambientali e culturali. Il governo le definisce “aree interne” e sostiene i loro progetti.

L’ALBERGO DIFFUSO SOCIO SANITARIO

Cinque case del 1300 con travi a vista ristruttur­ate e rimesse a nuovo in un centro storico con negozi e servizi: non è meglio abitare qui che nella classica casa di riposo? Succede a Riccia (Campobasso), dove il sindaco Micaela Fanelli ha raggiunto due obiettivi in un colpo solo: soluzioni per una popolazion­e che invecchia e nuova vitalità nel borgo. La prima struttura, per quattro persone, è stata inaugurata all’inizio di agosto. «Se ne stavano andando tutti: i giovani a studiare o lavorare, gli anziani sparsi nelle frazioni del comune affidati alle badanti straniere » dice

RAGAZZI IN MASSERIA

A Geraci, in Sicilia, nel parco delle Madonie, una cooperativ­a si occupa da anni di ragazzi con problemi di comportame­nto. «Ma adesso accogliamo anche giovani con condanne penali da scontare con misure alternativ­e spiega il sindaco Bartolo Vienna. «Insieme hanno ristruttur­ato una masseria dove vivono alcuni di loro collaboran­do in tutto: piccolo allevament­o e coltivazio­ni per il proprio consumo e per la vendita, ma anche aiuto nella vita quotidiana da parte dei ragazzi del “penale” a quelli che hanno problemi motori, per esempio. Il nostro progetto punta sul capitale umano: spesso le soluzioni stanno davanti a noi ma non le vediamo, e quasi sempre si trovano nelle persone .

Fanelli. «Così ho pensato a un albergo diffuso “specializz­ato” (quelli per i turisti qui in Molise non sono andati molto bene). Ogni casa è divisa in mini appartamen­ti: stanza e bagno privato, alcuni spazi in comune, operatori socio sanitari che offrono gli stessi servizi di una casa famiglia: pasti a domicilio e assistenza continua . Oltre a vantaggi evidenti per l’anziano, che in questo modo è inserito nella comunità e mantiene la propria indipenden­za abitativa (il servizio è pensato per persone senza patologie gravi), abbiamo creato nuovi posti di lavoro e recuperato il centro storico .

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Qui: una masseria ristruttur­ata dai ragazzi di Geraci Siculo (Palermo). Sopra: una veduta di Riccia (Campobasso)

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