PROPOSTE ALTERNATIVE
Quattro idee fuori dal Comune
LE CONTADINNER
«“Ma va a zappare!” dicevano i nostri genitori quando avevamo idee diverse dalle loro. Noi abbiamo chiamato Vazapp la nostra “hub rurale”: un luogo fisico in provincia di Foggia e un sito . Ce ne parla il suo inventore, Giuseppe Savino. «Hub rurale perché a chi lavora nell’agricoltura servono luoghi di incontro e di ascolto. A Vazapp siamo 28 persone sui trent’anni, non solo contadini - architetti, designer, videomaker - che vogliono ripartire dalla terra con una domanda: qualcuno ha mai ascoltato davvero gli agricoltori? Così abbiamo inventato le “contadinner”: un contadino mette a disposizione la casa e invita i suoi confinanti, venti al massimo. Ognuno porta qualcosa per cena, un animatore coordina: prima divide gli invitati a coppie, con dieci minuti per parlarsi. Poi ci si siede in cerchio, tutti alla pari, e ognuno racconta non sé ma l’altro (un antidoto all’individualismo che qui ha sempre la meglio e frena lo sviluppo). Ascoltiamo problemi e bisogni: soprattutto, gli scontri tra padri che cedono ai figli l’azienda solo formalmente e continuano a comandare (diamo supporto anche psicologico) e un aiuto per vendere e valorizzare i prodotti, cosa che il singolo da solo non può fare, con punti vendita fisici e online .
IL CONDOMINIO FORESTALE
Anche tra i boschi dell’Alta Carnia il problema è la frammentazione della proprietà e l’assenza di collaborazione. « È come se il bosco fosse diviso in tanti mini appartamenti con proprietari che non si parlano » dice Samuele Giacometti, che alcuni anni fa ha creato una rete di piccole aziende della filiera del legno. «Così quel legno locale non viene utilizzato, a volte per motivi pratici, altre perché i proprietari sono giovani che l’hanno ereditato e fanno altri lavori. «Ma con un sistema di laser e droni è possibile fare rilievi precisi che ti dicono quante piante hai, quanto legno producono e quanto si potrebbe guadagnare. Come in un condominio, per fare questo bisogna dividere le spese: la differenza è che si potrebbero dividere anche i guadagni » .
Rappresentano il 53 per cento dei Comuni italiani. Ci vive il 23 per cento della popolazione. Sono caratterizzate da “significativa distanza” dai servizi essenziali, spopolamento in corso, abbondanti risorse ambientali e culturali. Il governo le definisce “aree interne” e sostiene i loro progetti.
L’ALBERGO DIFFUSO SOCIO SANITARIO
Cinque case del 1300 con travi a vista ristrutturate e rimesse a nuovo in un centro storico con negozi e servizi: non è meglio abitare qui che nella classica casa di riposo? Succede a Riccia (Campobasso), dove il sindaco Micaela Fanelli ha raggiunto due obiettivi in un colpo solo: soluzioni per una popolazione che invecchia e nuova vitalità nel borgo. La prima struttura, per quattro persone, è stata inaugurata all’inizio di agosto. «Se ne stavano andando tutti: i giovani a studiare o lavorare, gli anziani sparsi nelle frazioni del comune affidati alle badanti straniere » dice
RAGAZZI IN MASSERIA
A Geraci, in Sicilia, nel parco delle Madonie, una cooperativa si occupa da anni di ragazzi con problemi di comportamento. «Ma adesso accogliamo anche giovani con condanne penali da scontare con misure alternative spiega il sindaco Bartolo Vienna. «Insieme hanno ristrutturato una masseria dove vivono alcuni di loro collaborando in tutto: piccolo allevamento e coltivazioni per il proprio consumo e per la vendita, ma anche aiuto nella vita quotidiana da parte dei ragazzi del “penale” a quelli che hanno problemi motori, per esempio. Il nostro progetto punta sul capitale umano: spesso le soluzioni stanno davanti a noi ma non le vediamo, e quasi sempre si trovano nelle persone .
Fanelli. «Così ho pensato a un albergo diffuso “specializzato” (quelli per i turisti qui in Molise non sono andati molto bene). Ogni casa è divisa in mini appartamenti: stanza e bagno privato, alcuni spazi in comune, operatori socio sanitari che offrono gli stessi servizi di una casa famiglia: pasti a domicilio e assistenza continua . Oltre a vantaggi evidenti per l’anziano, che in questo modo è inserito nella comunità e mantiene la propria indipendenza abitativa (il servizio è pensato per persone senza patologie gravi), abbiamo creato nuovi posti di lavoro e recuperato il centro storico .