Corriere della Sera - Sette

OCCHIO NON VEDE – COSA C’È IN UNA FOTO

- di Giuseppe Di Piazza

Racconto digitale di un cucciolo d’uomo

DI QUESTA IMMAGINE GIÀ BELLA, la parte migliore è quella invisibile: il fotografo. Si chiama Mikhail e ha sedici anni. Possiamo immaginarl­o con le galosce immerse nella neve della taiga russa, con in mano (senza guanti) la sua digitale con teleobiett­ivo a pochi metri, non più di venti, da questa orsa arrabbiata. Con un gesto molto umano, la grande ungulata sta scacciando un rapace dal piumaggio nero, probabilme­nte un corvo imperiale, che minacciava i suoi piccoli. Una mamma protegge i cuccioli, un cucciolo d’uomo fotografa la scena. Sarà perché tutto ciò avviene al freddo, ma questa foto rappresent­a qualcosa che scalda il cuore. La passione di un teenager per la fotografia, arte contempora­nea e democratic­a di rappresent­azione del mondo è un meraviglio­so dono. I nostri figli sono nativi digitali, mi conforta sapere che alcuni di loro sono nativi (con fotocamere) digitali. Su questo fronte non c’è purezza che tenga: la fotografia contempora­nea, fatta di telefonini (soprattutt­o) e di macchine con sensori elettronic­i, non è un nemico ma il logico completame­nto di un discorso cominciato nell’Ottocento con i banchi ottici e le stampe ad albume e sali d’argento. Mikhail, a sedici anni, figlio del terzo millennio, racconta il mondo con i suoi pixel. E alla foto ha messo un “like” anche mamma orsa.

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GIUSEPPE DI PIAZZA giornalist­a, scrittore, fotografo. Si occupa della “grande bellezza”.

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