BLACK ROCK
Finardi arriva in teatro (sempre con i capelli lunghi)
LUI SI CHIAMA Eugenio Finardi, quello della Musica Ribelle «che ti vibra nelle ossa, che ti entra nella pelle». Ha 65 anni da portare a spasso a tempo di rock e con i capelli raccolti nel solito codino. Guai a tagliarli: «Ho scoperto che la continuità dell’immagine è più importante di quel che credevo. Negli ultimi decenni ho tagliato i capelli tre volte e in tutti e tre i casi mi ha portato una sfiga pazzesca. Così adesso ho deciso di fare come Guccini, che ancora oggi si presenta com’era ai tempi del suo Via Paolo Fabbri 43 ».
LA FORTUNA AIUTA, CERTO. Viva i capelli lunghi. Ma stavolta saranno la musica, la regia, gli attori e la storia a fare la differenza. Domani debutta al Teatro Nuovo di Milano Musica Ribelle - La Forza dell’Amore, opera rock realizzata interamente con i brani di Eugenio Finardi che saranno suonati dal vivo e che sono stati riarrangiati per l’occasione con l’aiuto dello stesso autore. «È come Giulietta o Beatrice» valuta lui. «Non sappiamo com’erano quindi ciascuno può immaginarle e interpretarle come vuole. In questo caso sono in scena io e non è un’autobiografia ma un Finardi immaginato da altri e questo aspetto mi piace molto. Ho scelto personalmente i musicisti che saranno sul palco dopo due giorni di audizioni e ho assistito alla selezione di alcuni attori. Sono curioso di vedere come la prenderanno i miei figli ». Emanuele Gamba, il regista, porta in scena due storie parallele che vivono e si sviluppano in tempi diversi, l’una negli anni Settanta, l’altra adesso. Un vecchio, la sua cantina piena di cianfrusaglie, i ricordi di una band che non c’è più e giovani rapper di una street gang che li riportano a galla mentre preparano un rave notturno... Il filo della musica tiene assieme personaggi e racconto, punta i riflettori sulle debolezze di due generazioni, mette a confronto desideri, lotte, fantasie e voglia di riscatto, di rivoluzione. Il sottofondo di tutto è la Musica Ribelle di Eugenio Finardi. Quel brano datato 1976 (dall’album Sugo) ma anche tanti altri: La Forza dell’Amore, Extraterrestre, La Radio, Diesel, Dolce Italia... Questo spettacolo (produzione Wec, Todomodo srl e Pragma srl) «non esisteva prima del febbraio 2017» spiega il regista. «Oggi esiste e racconta una verità semplice in cui io credo molto: che in ogni epoca, a ogni latitudine, uomini e donne hanno bisogno di curare paure e debolezze con quella che Eugenio chiamò “la forza dell’amore”».
DOPO MILANO, dove si fermerà fino all’8 ottobre, il tour prevede tappe a Firenze, Reggio Emilia e altre città italiane. Eugenio Finardi sarà sempre lì, in prima fila. Vedrà l’interpretazione di se stesso nei musicisti che lui stesso ha scelto ed è facile immaginare che ogni sera il mare dei ricordi porterà a riva qualcosa dal passato. Magari le note di quel primo disco inciso a 15 anni, le parole del primo contratto firmato a venti con Battisti e Mogol, le canzoni struggenti d’amore scritte da adolescente. Musica, sempre musica. Perché, dice lui, «io non ho mai pensato nella vita di fare altro che il musicista».