Elogio del karaoke, l’anti-selfie
COME CAPITA A TUTTI quelli che amano la musica ma non sono per niente intonati, vorrei tanto avere una bella voce: che mi permettesse di cantare anche in pubblico, non soltanto nella doccia (e solamente quando non c’è nessun altro in casa, non si sa mai). Così le mie frequenti esibizioni operistiche da baritono sgangherato – repertorio mozartiano italiano: Madamina, Notte e giorno, Tutto è tranquillo e placido tra le preferite, ma anche un bel Verdi ogni tanto, come Il balen del suo sorriso – restano riservate a un pubblico ristrettissimo, i miei vicini di casa (che, credo, ormai mi odiano o, più semplicemente, mi compatiscono). È per questo che trovo sinceramente eroici coloro che si avventurano nelle esibizioni pubbliche del karaoke: invenzione giapponese – significa “orchestra vuota” – nella quale una cultura caratterizzata da grandissima attenzione alle formalità e ai rapporti gerarchici trova un momento liberatorio, di pubblica umiliazione vissuta però allegramente (anche grazie al consumo di alcolici, ingrediente essenziale di ogni Karaoke Night nipponica che si rispetti). Per questo mi ha messo di buon umore la nuova sorprendente campagna pubblicitaria di Gucci, con quei mini-video di karaoke nei quali amici famosi e non famosi dello stilista Alessandro Michele si avventurano a cantare David Bowie e Bob Marley, generalmente male, in una lodevole esibizione dei propri limiti e delle proprie insicurezze – melodiche, vocali, di dizione in questo caso – che nella moda non si vede spesso.
E PER QUESTO mi diverte parecchio il Carpool Karaoke inventato dal comico inglese James Corden per il suo talk show americano e subito diventato virale. Apple Music mette a disposizione lo streaming della serie di Carpool Karaoke con nuovi episodi ogni settimana, e l’archivio delle puntate già messe online, una dozzina, è pieno di piccoli gioielli. Finora, abbiamo visto Will Smith apparire a sorpresa a un matrimonio, Alicia Keys e John Legend in una lavanderia a gettoni, i Metallica incredibilmente autoironici (non ne parevano dotati) anche cantando La Sirenetta, le sorelle de Il Trono di Spade cantano Justin Bieber e Miley Cyrus, l’ex campione Nba Shaquille O’Neal e il wrestler John Cena si sfidano a tiri liberi.
PERFINO GWYNETH PALTROW, che generalmente non comunica grande simpatia, ha subìto una metamorfosi durante il karaoke: sembrava spiritosa. Il karaoke è l’anti-selfie: siamo tutti esperti (io no, sono anti-selfie, li odio proprio, ma in questi casi si usa il noi a prescindere) del modo migliore per fotografarci, dall’alto così non si vede il doppio mento, per nascondere quel difetto o quell’altro, per sembrare più magri e più alti e più giovani e più desiderabili. Poi però tutta quella corsa verso un’idea di perfezione si arresta, almeno per il tempo di una canzone. E vediamo l’imperfezione altrui, e ci intenerisce forse, e ci fa meno spavento – o orrore – la nostra.