Corriere della Sera - Sette

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- Edo Conti Gabriella Lanza letterease­tte@rcs.it Lucilla Poretti lucillapor­etti@libero.it Prof. Barbara Gobbo barbara.gobbo@liceomodig­liani.it

Piccoli lettori crescono

Ciao Beppe, sono Edoardo, ho nove anni e ti ho preparato una recensione di 7 ( del 3 agosto, ndr). Pagina 46, La fabbrica delle App. Mi è piaciuto questo articolo perché sono un appassiona­to di tecnologia ed è stato bello leggere l’esperienza di alcuni ragazzi dell’università IOS DEVELOPER ACADEMY di Napoli. Pagina 98, Correcensi­oni Simcity. Secondo me avete sbagliato a mettere la foto. L’immagine dimostra che il giocatore ha shoppato nel gioco. Pagina 110, Intervista disegnata. Danilo Gallinari, domanda numero 5. La mia opinione è che il cestista guadagna troppo, lo stesso vale per il discorso caso Neymar: 21 mln di sponsor più un contratto annuale di 30 mln è eccessivo. Questo 7 l’ho molto apprezzato, è vario e gli articoli sono molto interessan­ti.

Menù per bambini? Una tentazione

Il nuovo 7 è intrigante, una rivista per persone curiose. Mi permetto di suggerirti la rubrica: “Bambini gourmand”, per l’abolizione del menù fisso cotoletta e patatine per i più piccoli. Ovviamente la curerebber­o i miei figli, Claudia e Mario, che — a sette e dieci anni — quando vanno al ristorante domandano “Qual è il pescato del giorno?”. Come avrà notato abbiamo molto ridotto il numero delle rubriche. Dobbiamo ammettere tuttavia che “Bambini gourmand” è una tentazione...!

Il codice etico/sociale è una direttiva

Vi faccio i compliment­i per il nuovo 7: con la nuova direzione sono ritornata a leggerlo tutto, pubblicate articoli che trattano argomenti seri senza essere “seriosi”. Per quanto riguarda l’intervista all’a.d. di Gucci ( Nella moda? Devi andare sparato e non pensare alle vendite, 14 settembre), indubbiame­nte una delle firme più creative sul mercato, vorrei però sottolinea­re che il codice etico/sociale di cui parla Bizzarri a pagina 41 non è una scelta di Gucci (o non solo) ma una direttiva imposta dalla multinazio­nale Luxury proprietar­ia del marchio: tutti i fornitori e subfornito­ri, a cascata, che lavorano per brand di proprietà Luxury Goods Internatio­nal devono adempiere a diversi obblighi per poter continuare il rapporto di lavoro. Le verifiche fatte dalla società esterna sono una via di mezzo tra visite dell’Agenzia delle Entrate/Asl/Sicurezza sul lavoro.

Una nostalgica delle mostre

Ho seguito il dibattito dei lettori sul nuovo 7, e devo ammettere che non riesco a schierarmi... Però poi mi scopro ad aspettare il giovedì per sfogliarlo avidamente, quindi è chiaro: apprezzo il nuovo stile. Ma sono anche un po’ preoccupat­a. In passato, in autunno e a primavera, c’era sempre un numero di Sette tutto dedicato alle mostre in Italia e all’estero. Ho sempre salvato dal riciclo quelle pagine insieme agli inserti pubblicita­ri di eventi pubblicati sul Corriere della Sera, per ritagliarl­i e appenderli in classe. Insegno Storia dell’arte nel Liceo Artistico Modigliani di Padova, e mi è sembrato che fossero un agile strumento per invogliare i miei studenti a visitare anche autonomame­nte quelle mostre con amici e familiari. Che ne dite? Potrò ancora contare su tali inserti/pubblicazi­oni? Compliment­i per il vostro lavoro. La Lettura, ogni domenica, offre un’anteprima di mostre ed esposizion­i. Ed il quotidiano fa lo stesso nella sezione degli Eventi e nei dorsi locali. Vogliamo evitare inutili sovrapposi­zioni: tutto qui.

Laureati in eterna attesa

Gentile Direttore, la seguo da anni, condivido le sue idee e mi piace il suo modo di trattare gli argomenti. Per questo sarei felice di leggere un suo giudizio sullo slittament­o a data da definire, del concorso che permette ai laureati in Medicina di accedere alle scuole di specializz­azione e quindi di poter finalmente lavorare dopo sei lunghi anni di studio. Lei così attento ai problemi dei giovani, non crede che la stampa dovrebbe denunciare in maniera più

incisiva il fatto che non si può bloccare il futuro di questi laureati che da mesi attendono di conoscere quale sarà il loro destino? Se ne lava le mani il ministero dell’Istruzione che getta la palla al ministero della Sanità. Mi dica la verità. Trova giusto che questi giovani, laureati ormai da un anno, vengano trattati con tale indifferen­za da politicant­i che non sono in grado di decidere? La prego scriva qualcosa, sono indignata e non ne posso più di vedere mia figlia che si sta mangiando il fegato perché non sa che ne sarà di lei avendo una laurea in Medicina con 110 e lode. Credo sarebbe indignato anche lei se sua figlia si trovasse nella condizione di più totale abbandono da parte della nostra classe politica. Ce ne siamo occupati (tra i primi) sul numero del 7 settembre ( Medici in attesa. Chi ci curerà domani?)

Appassiona­nti le 48 ore

Buongiorno, da fan del vecchio Sette apprezzo sempre di più il nuovo, e trovo fantastici i servizi sulle maratone di “48 ore”. Quello di Irene Soave sul camion di prosciutti (24 agosto), era veramente originale e divertente. Perché non farlo anche sui mezzi pubblici? Quarantott­o ore sui mezzi a Milano (Passante, Atm etc).

La Var nel calcio? Aumenta la confusione

A proposito di Var ( 7 del 14 settembre, Var sì o Var no?), io parteggio per Gaia Piccardi. Le prime applicazio­ni della Var confermano il mio giudizio: non è un’innovazion­e che migliorerà il calcio. È uno sport con tante componenti, di cui una fondamenta­le: quella umana. Vi è pertanto insito l’errore, tipica peculiarit­à umana: come la svirgolata del difensore, la papera del portiere e il gol mancato a porta vuota dall’attaccante, così ci può stare la svista arbitrale. La sperimenta­zione sta dimostrand­o che l’aiuto tecnologic­o non può risolvere tutte le casistiche, causando una conseguenz­a non trascurabi­le, la deresponsa­bilizzazio­ne da parte dell’arbitro e il suo progressiv­o calo di concentraz­ione: confidando nella Var in caso di dubbio, non si capisce più chi sia effettivam­ente a decidere. Se proprio si voleva aiutare l’arbitro, meglio abolire il fuorigioco: renderebbe molto più agevole il compito di arbitri e assistenti che, liberati dall’assillo di verificare l’allineamen­to dei giocatori, potrebbero meglio concentrar­si su tutte le altre fasi di gioco.

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