69 anni, economista e accademica. È stata ministro del Lavoro e delle Politiche sociali del governo Monti. Tra i massimi esperti di previdenza, è docente di Economia all’Università di Torino e coordinatore scientifico del Centre for Research on Pensions and Welfare Policies (CeRP) di Moncalieri. «Le risposte per 7? Ho fatto un primo schizzo a casa, la sera; le ho disegnate (si fa per dire) in ufficio, il giorno dopo»
Una gioia da ricordare? Vinsi un premio alle elementari per un tema su un uccellino in gabbia che sognava di fuggire. Alla fine ci riuscì
Autoritratto Determinata, leale, con lo sguardo avanti, timida. Mi dicono che quando Dio ha il distribuito il sense of humor io ero momentaneamente distratta
Un difetto dell’Italia? Troppo rissosa e con poca fiducia in se stessa
Le piace insegnare, perché? Mi piace aprire orizzonti e mostrare che non ci sono (quasi mai) risposte certe, solo probabilistiche
La sua Torino? Molto cambiata: bella, colorata, rispettosa delle istituzioni. Apparentemente dinamica, forse poco attraente per i giovani
C’è qualcosa che le fa paura? Il cinismo, la spregiudicatezza e l’improvvisazione degli uomini di potere (Donald Trump e Kim Jong-un)
Un’amarezza da dimenticare? Tante ferite del mio periodo ministeriale. Non del tutto rimarginate
Che cosa sognava di fare quand’era bambina? La scrittrice di romanzi
Il suo piatto preferito? Il riso, variamente cucinato e non troppo al dente