DA MILANO A ROMA
Scambio di squadra per capire come si fa una rivoluzione
PER CAPIRE COME SI COMBATTE la lentezza della burocrazia statale bisogna andare a Roma nell’augusto palazzo della Cassa Depositi e Prestiti. Al secondo piano, una porta scorrevole segna il passaggio in un ambiente bianco, essenziale. Sembrano più gli uffici di una startup che di una squadra di governo. Non a caso è il termine con cui si presenta il Team per la trasformazione digitale del Paese, la squadra capitanata dal commissario straordinario Diego Piacentini, voluto da Matteo Renzi, sostenuto da Paolo Gentiloni. Vicepresidente di Amazon, Piacentini ha lasciato per due anni la società di Jeff Bezos per lavorare pro bono. La prima differenza rispetto agli altri commissari? La squadra, appunto. A Palazzo Chigi non è arrivato solo. Ha portato con sé, scegliendoli tra oltre 3.500 candidature, i migliori professionisti in ingegneria, informatica, big data, software open source, sicurezza, product design, user experience, sviluppo applicazioni, software architecture. Per fare cosa? Traghettare la Pubblica amministrazione italiana al digitale. «Prima di noi, digitalizzazione significava convegni. Oggi significa fare», sintetizza Piacentini. E per fare c’è bisogno di un gruppo di esperti. Una sola persona non basta: l’impresa è titanica.
PARTIAMO IN CINQUE DALLA redazione di 7 (cinque di loro oggi sono al Corriere, come racconta Irene Soave nell’articolo a pag. 71) per capire da vicino il loro lavoro. Salta subito all’occhio la stragrande maggioranza maschile ma qualche donna c’è, per fortuna. «Stiamo creando il sistema operativo del Paese, gli strumenti per permettere alle pubbliche amministrazioni di offrire, attraverso prodotti digitali, servizi semplici ed efficaci ai cittadini», spiega Simone Piunno. Gli obiettivi del team sono contenuti nel Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica amministrazione firmato dal premier Gentiloni, che promuove lo sviluppo di servizi digitali pubblici come Anpr, Spid e PagoPa. Non vi dicono niente? Scommettiamo che tra qualche anno non potremo più farne a meno?
L’ANPR È L’ANAGRAFE DIGITALE dello Stato. Oggi ci sono 8.000 anagrafi comunali: le nostre identità sono disperse in migliaia di scatole