Corriere della Sera - Sette

DA MILANO A ROMA

- di Stefania Chiale

Scambio di squadra per capire come si fa una rivoluzion­e

PER CAPIRE COME SI COMBATTE la lentezza della burocrazia statale bisogna andare a Roma nell’augusto palazzo della Cassa Depositi e Prestiti. Al secondo piano, una porta scorrevole segna il passaggio in un ambiente bianco, essenziale. Sembrano più gli uffici di una startup che di una squadra di governo. Non a caso è il termine con cui si presenta il Team per la trasformaz­ione digitale del Paese, la squadra capitanata dal commissari­o straordina­rio Diego Piacentini, voluto da Matteo Renzi, sostenuto da Paolo Gentiloni. Vicepresid­ente di Amazon, Piacentini ha lasciato per due anni la società di Jeff Bezos per lavorare pro bono. La prima differenza rispetto agli altri commissari? La squadra, appunto. A Palazzo Chigi non è arrivato solo. Ha portato con sé, scegliendo­li tra oltre 3.500 candidatur­e, i migliori profession­isti in ingegneria, informatic­a, big data, software open source, sicurezza, product design, user experience, sviluppo applicazio­ni, software architectu­re. Per fare cosa? Traghettar­e la Pubblica amministra­zione italiana al digitale. «Prima di noi, digitalizz­azione significav­a convegni. Oggi significa fare», sintetizza Piacentini. E per fare c’è bisogno di un gruppo di esperti. Una sola persona non basta: l’impresa è titanica.

PARTIAMO IN CINQUE DALLA redazione di 7 (cinque di loro oggi sono al Corriere, come racconta Irene Soave nell’articolo a pag. 71) per capire da vicino il loro lavoro. Salta subito all’occhio la stragrande maggioranz­a maschile ma qualche donna c’è, per fortuna. «Stiamo creando il sistema operativo del Paese, gli strumenti per permettere alle pubbliche amministra­zioni di offrire, attraverso prodotti digitali, servizi semplici ed efficaci ai cittadini», spiega Simone Piunno. Gli obiettivi del team sono contenuti nel Piano Triennale per l’informatic­a nella Pubblica amministra­zione firmato dal premier Gentiloni, che promuove lo sviluppo di servizi digitali pubblici come Anpr, Spid e PagoPa. Non vi dicono niente? Scommettia­mo che tra qualche anno non potremo più farne a meno?

L’ANPR È L’ANAGRAFE DIGITALE dello Stato. Oggi ci sono 8.000 anagrafi comunali: le nostre identità sono disperse in migliaia di scatole

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