SCRIVETE PER NOI: SETTEBELLO
Una grande lezione dal mio fratellino
TERZO, INASPETTATO FIGLIO di una giovane coppia siciliana, fratello supercoccolato di due sorelle maggiori, giovane uomo alla conquista di se stesso e del mondo: è mio fratello Filippo, 28 anni di energia, positività e carenza di autostima che lo hanno portato lontano. Nello studio, nell’amore, nella professione e geograficamente. Ingegnere nucleare, amante del mondo e delle ragazze, in cerca del suo posto nel mondo lavorativo; nel frattempo, nel dubbio, prova un po’ tutti i lavori, in Australia. Ricordo le mille parole spese per convincerlo a fare un’esperienza in Inghilterra dopo la laurea triennale, ma niente: l’unico suono che si sentiva era quello della porta chiusa e del suo «No, da solo non vado». Pigrizia penso, più che paura, poca fiducia in se stesso, credo, più che poca voglia di mettersi in gioco.
NON SO COSA SIA SUCCESSO, ma un giorno sentiamo le fatidiche parole: «Finita l’università parto per l’Australia». Stupore e un po’ di incredulità: ho pensato al classico sogno da far crescere nel cassetto…ben chiuso. Ma così non è stato: Erasmus in Spagna, tesi in azienda, laurea specialistica, abilitazione come dottore ingegnere e poi il 21 ottobre del 2016 è salito sull’aereo con uno zaino con pochi vestiti e tanta voglia di vivere. È passato quasi un anno: ha fatto il cameriere, ha lavorato al porto pulendo le barche, come operaio stradale, e il tuttofare in una fattoria (per avere il rinnovo del visto). Tra un lavoro e l’altro ha acquistato un’auto, viaggiato, visto posti, conosciuto gente, familiarizzato con gli animali australiani (vacche, pecore e maiali, ma anche canguri, ragni e serpenti).
LA TECNOLOGIA RIDUCE LE DISTANZE e ci permette di seguire le sue avventure: ci manca, ma sentire la sua voce squillante e piena di gioia ci rende felici e orgogliosi. Le sue prossime avventure: un salto a Bali in attesa del rinnovo del visto e un giro sulla Transiberiana, la ferrovia più lunga del mondo, con gli amici italiani. All’inizio pensavo alla sindrome di Peter Pan, ma mi sbagliavo. La sua valigia è piena di esperienze, conoscenze, lingue, competenze, personalità, professionalità: come, dove e perché usarle è una sua scelta. La sua flessibilità gli consente di trovare sempre spazio nella valigia e lasciarla leggera per trasportarla ovunque. Il mondo è bello e può essere apprezzato da più punti di vista, geografici ed esistenziali. Il tempo e le risorse si trovano, le difficoltà si superano: tutto dipende da noi. Non importa chi siamo, cosa vogliamo: basta essere noi stessi a qualsiasi età e prendere a morsi l’unica vita che abbiamo! Una grande lezione dal mio fratellino.