Corriere della Sera - Sette

Da “mangia gol” a “re de Roma” Su Dzeko i tifosi hanno la memoria corta

- di Gian Antonio Stella

Da “mangia gol” a “re de Roma” Su Dzeko i tifosi hanno la memoria corta

«SE SEGNI NON S’OFFENDEMO!» Maledetto web! Non solo conserva le sbroccate di certi politici ignari che un giorno cambierann­o idea e manifester­anno la nuova con la stessa sicumera («Nessuno ha una memoria tanto buona da poter essere un perfetto bugiardo», diceva già Abraham Lincoln) ma immagazzin­a per sempre pure i giudizi calcistici. Che come è noto sono per i tifosi il sale della vita. Ed ecco che, rovista rovista nelle cronache, salta fuori su Edin Dzeko un po’ di tutto. Adesso, certo, dopo la doppietta allo Stamford Bridge segnata in Champions League al Chelsea di Antonio Conte, e soprattutt­o dopo quel goal al volo «alla Van Basten», guai a chi lo tocca. «Dopo i sette re che hanno fatto la storia e dopo Totti, il bosniaco è er nono re de Roma», scrivono i blogger.

E GIÙ UN DILUVIO DI ELOGI. «Er cigno de Sarajevo». «L’ariete capitolino». «Il re Mida gialloross­o». Evviva. Solo due anni fa, però, ogni volta che il bosniaco sbagliava, apriti cielo! «Ma toglilo sto mangia gol, Spalletti, non sa nemmeno stoppare un pallone e tirare rasoterra angolato ci riesce pure la madre di Florenzi a tirare a porta vuota!», scriveva Marco. «Che sega che è Dzeko ma mandatelo via voi della Roma perché tanto non serve a un cazzo», rideva H12Y. «Anvedi che ciabattata», ammiccava Jumper 114. «La colpa non è di Dzeko», sospirava Fabrizio R., «ma di chi non lo mette fuori squadra». Edin Dzeko (31 anni) è nato a Sarajevo. È capitano della nazionale bosniaca e, dal 2015, centravant­i della Roma. Con la maglia gialloross­a ha segnato 44 gol in campionato. Nel 2016 è stato il miglior marcatore stagionale di sempre, superando anche Francesco Totti Indimentic­abili i fotomontag­gi. Dzeko dall’oculista per controllar­e la vista. Dzeko all’Olimpico con gli occhiali neri. Dzeko in campo col bastone bianco e il cane. Dzeko al centro di una chiacchier­ata tra il presidente James Pallotta e il direttore generale Walter Sabatini: «Dzeko lo rivendo ar Genoa, poi lo ricompro da Galliani e je giro Doumbia co mi socera». Dzeko inginocchi­ato davanti a Francesco Totti che nei panni di Gesù gli pone le mani sugli occhi per ridare la vista al poveretto. Per non dire delle battutacce. «Perché Dzeko non vede mai la porta? Perché è Dzeko dalla nascita». «Ciao, sono Edin Dzeko. Ma per tutti sono una pippa».

IL MASSIMO LO DIEDE LO YOUTUBER Damiano Coccia, detto “Er Faina”, un coatto con barba, orecchino e un isolotto di capelli neri sulla crapa pelata. Dopo un gol buttato alle stelle, spiegava furente per «i quattro mijoni de ingaggio» del bomber: «Edin Chiquita Dzeko! Che cazzo fai alla Roma? Dico: come se fa ‘n serie A, davanti a ‘na porta vota, da qua annà llà!? Li mortacci tua! Le palle che piovono allo stadio? Ce credo, ce sta Dzeko in mezzo ar campo! E ‘st’allenatore che dice “posso pure concede’ a ‘n grande calciatore de sbaja’ un gol! Sì, se fai er pizzicagno­lo, se te chiami Franco e vendi i salami a Montespacc­ato. No se te chiami Edin Dzeko e piji quattro patate più bonus all’anno! Ma stamo a scherza’? Franco co’ mezza piotta te fa un camino e questo davanti a la porta te sbaja un gol del genere?! Nun ce posso penza’: Edin Dzeko pijia quattro patate! Aoh! Dice che è capitano de ‘a Bosnia e er mejo marcatore de tutti i tempi con 46 reti segnate! Ma va! Sto morto che cammina ha fatto 46 gol! Penza l’altri che possono esse’… Davanti la porta butti fori quel gol! Ma pure Bocelli lo faceva! Bocelli! “Con te partirò…”» Della serie: un po’ di pazienza non farebbe male, no?

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