48 ore in televisione
Avvocati, disoccupati, chef, donne delle pulizie e sognatrici. Una giornalista di 7 ha passato due giorni tra il pubblico dei programmi tv. E ha scoperto un piccolo mondo che racconta il Paese meglio di tanti articoli. E diverte più di alcune trasmissioni
MI SONO DIVERTITA (MOLTO), annoiata (qualche volta), spellata le mani con gli applausi obbligatori, fatta venire il mal di schiena su sedie scomodissime. Ho conosciuto avvocati, studenti, donne delle pulizie, disoccupati, sognatrici e chef. Ho scoperto un piccolo mondo, che racconta il Paese meglio di tanti articoli e diverte più di alcuni programmi. Ho passato 48 ore tra il pubblico dei programmi televisivi. Sei in due giorni: DiMartedì, La Prova del Cuoco, Chi l’ha visto ?, Pomeriggio Cinque e Striscia la notizia. Mi piace la televisione, non tutto, non sempre. Ma trovo sia ancora una dei migliori mezzi di informazione e intrattenimento, se fatta bene. Ci ho anche lavorato, tra telegiornali e programmi, e so quanti bravi professionisti sono coinvolti. Una sola cosa non sono mai riuscita a capire: ma chi va a vedere i programmi dal vivo? Fan dei conduttori, figuranti, persone con molto tempo libero, esibizionisti in cerca di una ribalta, mitomani? Per scoprirlo non ho chiesto aiuto a colleghi o uffici stampa, ma ho scritto, come qualunque telespettatore interessato, agli indirizzi mail delle trasmissioni. Quelli che nei titoli di coda seguono la scritta «Vuoi partecipare come pubblico? Scrivi a… ». Tutti hanno risposto mettendomi in lista per la puntata richiesta. Unici requisiti: essere maggiorenne e avere con sé un documento di identità. Tanto basta per fare un giro nel luna park della diretta. Martedì, ore 15
Roma, pomeriggio di ottobre, via Tiburtina 525. Mi metto in coda fuori dagli Studios Ex De Paolis, da qui va in onda DiMartedì, il talk show di La7 condotto da Giovanni Floris. Davanti a me una ventina di persone, non proprio giovanissime. Arriva una settantenne in tubino rosso, tacchi, e caschetto biondo. «Anvedi… guarda quella maledetta. Sta già qui. Lo fa per mettersi in prima fila, così la inquadrano», commenta con un’amica, guardan-