Paola Saluzzi: «Medaglie d’oro ai generosi»
( e un regalo di compleanno i mperiale per t utti)
IL PRIMO, GRANDE DILEMMA di governo che io, Imperatrice Paola, dovrei affrontare, è: che farne della corona? Antiquata, costosa ma bellissima, la metterei. Però solo nelle occasioni mondane, dato che c’è molta povertà, e la venderei all’asta il giorno seguente per beneficenza. Sarei un’imperatrice allegra e attenta ai poveri: niente reggia, niente villa ma un appartamento, il mio. Cambierei solo il rione di Roma, andrei verso Testaccio. E comprerei anche quello del vicino di sotto per fare le riunioni. Darei medaglie d’oro all’esercito dei generosi: il mondo non è fatto di dittatori e terroristi, sapete? Io, per il mio programma Ritratti di coraggio, ne ho incontrate tutti i giorni. Per loro, soprattutto, istituirei il regalo di compleanno di Stato: l’anagrafe collaborerebbe con reti di informatori, vicini di casa, amici, per scoprire che a te, cittadina nata il tal giorno, piacciono tanto le borsette griffate. E il tal giorno ti sveglieresti e alla porta avresti un messo che te ne consegna tre, cinque, dodici. Perché molto male nasce dal sentirsi soli, non amati. Mi toglierei qualche sfizio: intanto avrei livree imperiali bianco panna, che mi dona, stivali da cavallerizza sempre e un aereo privato per andare la domenica a vedere i canguri in Australia o a farmi tagliare i capelli a New York. Il 25 dicembre farei un discorso augurale dalla casa natale di Charles Dickens: il Natale, come lo festeggiamo, lo ha inventato lui. E andrei a cena a lume di candela con George Clooney, per sussurrargli la mia proposta indecente: che si candidi a presidente degli Stati Uniti. Vincerebbe a mani basse, e non ditemi che non sarebbe un mondo migliore. Vi sembra tutto un’utopia, vero? Forse. Ma le cose belle si sono fatte sempre dopo essere state molto sognate.