Corriere della Sera - Sette

Le risposte ai problemi non vengono mai dalle bombe

- di Lilli Gruber

Cara Lilli, nello scorso numero lei ha affermato che il negoziato Italiaprov­incia di Bolzano del 1972 portò a una autonomia «che ancor oggi è un caso di scuola nel mondo». Questo perché «c’erano Aldo Moro da una parte e Silvius Magnago dall’altra». Forse hanno contribuit­o anche gli attentati dinamitard­i che hanno punteggiat­o gli Anni 60. Gli accordi hanno portato a una sostanzial­e autonomia, in particolar­e fiscale, della provincia di Bolzano, che ha allentato le istanze di secessione o meglio di annessione all’Austria. Quindi la Storia dovrebbe suggerire agli indipenden­tisti catalani che sarebbe utile fare attentati qua e là per la Spagna, se possibile con la strage di qualche guardia civile.

Narciso Fabrizi narcisofab­rizi@gmail.com

CARO NARCISO, sto lavorando a un nuovo libro che riguarderà proprio la vicenda sudtiroles­e dal Dopoguerra in poi. L’insegnamen­to da trarre non credo sia quello che lei suggerisce. Atti di terrorismo non sono mai giustifica­ti, nemmeno se compiuti in nome della difesa di diritti umani, libertà civili e valori democratic­i. Naturalmen­te non ignoro quanto sia stato importante l’uso del terrorismo (anche quello di Stato) a fini politici dall’antica Atene ai giorni nostri. Penso però che – di fronte agli attentati – ci possono essere risposte intelligen­ti o risposte stupide. Quelle date dall’Italia in due frangenti – la prima volta in Alto Adige, la seconda negli anni di piombo – sono state intelligen­ti. I dinamitard­i sudtiroles­i non hanno ottenuto la secessione, i brigatisti non hanno abbattuto le istituzion­i democratic­he. Sull’Alto Adige vorrei anche ricordare che i confini tra Austria e Italia furono confermati come inamovibil­i dagli americani già nel settembre 1945. Una riunificaz­ione del Tirolo era dunque esclusa a priori. Inoltre, l’internazio­nalizzazio­ne della questione sudtiroles­e con l’intervento dell’Onu, avvenne prima della grande ondata di attentati cominciata con la notte dei fuochi l’11 giugno 1961. I negoziati tra le parti attraverso le “Commission­e dei 19” per le prime proposte di autonomia si conclusero nel 1964, quando gli attacchi più feroci contro le forze di sicurezza italiane non erano ancora stati perpetrati. E il veto italia- no contro l’Austria per l’accesso alla Comunità europea nel ’67 ha imposto una forte accelerazi­one alle trattative che portarono al famoso Pacchetto del 1972. Quindi si potrebbe dire che una soluzione soddisface­nte venne raggiunta nonostante le bombe e non grazie all’uso del terrorismo.

Cara Lilli, vorrei non sentire più il termine “inciucio”: è volgare e ricorda continuame­nte chi si è permesso di pronunciar­lo per la prima volta. Nella lingua italiana ci sono le soluzioni per i problemi e rispetto per l’intelligen­za di chi ascolta. ?

Gemma Scaccaglia g.scaccaglia@icloud.com

CARA GEMMA, come faccio spesso ho chiesto consiglio a mio marito Jacques. Le suggerisce, ogni volta che ascolta in TV la parola “inciucio”, di pensare immediatam­ente al corrispett­ivo francese, “la magouille”, e forse si sentirà meglio...

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