Corriere della Sera - Sette

MISSIVE E MESSAGGI

- da Paolo Masia

accuratame­nte selezionat­i

Ho un’edicola: i giovani non leggono!

Gentile redazione, vivo a Grosseto, ho 31 anni e da dieci gestisco un’edicola. Ho letto 7 del 19 ottobre con la copertina Chi leggerà i giornali nel 2027?. È la stessa domanda che mi pongo io tutti i giorni! Chi leggerà i giornali domani? In questi anni ho visto un crollo nella vendita dei quotidiani. La gente che tiene ancora duro, che associa il pane con il giornale, ha un’età media abbastanza elevata. Nel tempo ho perso tanti clienti per strada, i giovani (ci metto anche i miei coetanei) non leggono! Per loro informarsi è guardare il titolo di una notizia trovata per caso su internet. Ma la carta è un’altra cosa: ti soffermi su un articolo, lo approfondi­sci. Sto immersa in questo mondo di carta tutto il giorno, mi auguro che cambi qualcosa... Per cambiare, cambierà: ma non sappiamo quanto in fretta e in che modo. La direzione, invece, è chiara. L’ho scritto: io credo che il quotidiano – inteso come palinsesto, gerarchia di notizie – sopravvive­rà sia in forma digitale sia come prodotto di carta (potrebbe accadere quello che sta accadendo al vinile: si riscopre il piacere tattile e visivo di un oggetto). Ma dovremo essere molto bravi, questo è sicuro. Salvaguard­are qualità e reputazion­e, senza cedere alle tante sirene che ci cantano intorno. La pubblicità, per i giornali, è vitale (sia benedetta!). Ma se accettiamo di diventare semplici contenitor­i pubblicita­ri, ci suicidiamo.

Altre 48 ore in Marina?

Grazie per il bel servizio uscito su 7 ( Com’è la vita in un sottomarin­o?, 12 ottobre). Siamo entusiasti del risultato e lo è soprattutt­o la componente sommergibi­li della Marina Militare. I miei compliment­i all’autrice, Stefania Chiale, che ha saputo essere precisa e appropriat­a. Spero che il direttore Severgnini vorrà valutare la possibilit­à di far trascorrer­e ai suoi giornalist­i altre 48 ore “in marina” per raccontare altre peculiarit­à (il Vespucci?). La ringrazio. È stata un’esperienza profession­ale e umana importante, intensa e anche divertente. Grazie per l’accoglienz­a sul Romei. Alla prossima!

Anversa non è la capitale delle Fiandre!

Gentile redazione, nella storia di copertina del 12 ottobre ( Alla fine ci divideremo tutti?) leggo che Anversa è la capitale delle Fiandre. Questo non è corretto. La capitale delle Fiandre è Brussel/Bruxelles. Il Parlamento Fiammingo ( het Vlaams parlement) si trova a Bruxelles. Anche la foto con lo slogan “België barst” (“Il Belgio si spacca”) è vecchia e si riferisce a una minoranza estrema. Si stima che solo il 5% dei fiamminghi sia in favore delle Fiandre indipenden­ti. Il partito più grande nelle Fiandre è la NVA, che non parla di indipenden­za: sa benissimo che la stragrande maggioranz­a dei fiamminghi non la vuole. La gente vota soprattutt­o la NVA per il suo programma economico-liberale. Nella nostra mappa, Anversa è indicata come “capitale” delle Fiandre eventualme­nte indipenden­ti in quanto città principale della regione. Bruxelles, naturalmen­te, è stata considerat­a (e indicata graficamen­te) come una realtà a sé stante in quanto capitale (di fatto) delle Istituzion­i europee. In quanto alla foto del cartello che inneggia alla libertà delle Fiandre, è evidente che si tratta solo di un’immagine esemplific­ativa delle pulsioni separatist­e, molto differenti nelle varie regioni prese in consideraz­ione.

Quando i treni avevano la carrozza “postale”

Stimata redazione di 7, mi compliment­o per l’attualità dei servizi che proponete settimanal­mente e che, dal mio punto di vista, sono l’aspetto più allettante del nostro bel periodico. Ho letto con interesse l’articolo sulle ferrovie secondarie intitolato Belle & Isolate su 7 (12 ottobre), e mi permetto di esprimere una personale consideraz­ione sull’abbandono di dette tratte: il cessato utilizzo del treno per la consegna degli effetti postali. Mi spiego: quando una volta si affrontava

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