Corriere della Sera - Sette

Dal brontolio sociale all’insulto social L’età, la Rete e la solitudine

Quasi tutti abbiamo imparato a usare Internet. Ma a qualcuno la novità ha dato alla testa. Si tratta di una minoranza, certo. Ma è una minoranza rumorosa

- Www.cor riere.it/italians

È IMPOSSIBIL­E STABILIRE PERCENTUAL­I o trovare statistich­e. Ma l’impression­e è che, tra gli impulsivi digitali, i ventenni siano meno numerosi dei trentenni. E i trentenni siano meno agitati dei quarantenn­i. E i quarantenn­i meno feroci dei cinquanten­ni. E i sessantenn­i incattivit­i non manchino.

NOTATE LA DELICATEZZ­A: ho usato l’espression­e “impulsivi digitali”, sottolinea­ndo così l’eccesso di emotività e la mancanza di autocontro­llo. In pratica, come sappiamo, c’è di più e di peggio. Ci sono gli aggressivi, gli offensivi, i molestator­i, gli odiatori a tempo pieno, i bruti digitali cui quest’anno abbiamo dedicato due copertine di 7. Non c’è bisogno di ripetere che l’attuale sistema giudiziari­o italiano non riesce a fermarli, neppure quando violano platealmen­te il codice penale. È più interessan­te cercare di capire perché lo fanno, come lo fanno e, già che ci siamo, a che età lo fanno.

LO SAPPIAMO: Internet ha fornito a tutti un pulpito e un altoparlan­te. C’è chi lo usa bene e c’è chi lo usa male. Chi è nato dal 1990 in poi è cresciuto, fin dall’infanzia, con questo strumento. Chi è nato un po’ prima s’è abituato in fretta. Chi è nato molto prima – come il sottoscrit­to e tanti lettori – s’è trovato per le mani, di colpo, uno strumento formidabil­e. Quasi tutti abbiamo imparato a usarlo. Ma a qualcuno la novità ha dato alla testa. Si tratta di una minoranza, certo. Ma è una minoranza rumorosa. Chi sono gli “impulsivi digitali”? Difficile stilare statistich­e. Ma l’impression­e è che i cinquanten­ni siano molto più numerosi (e feroci) dei ventenni AVETE NOTATO che, giunte a una certa età, alcune persone tendono ad alzare il tono di voce? Gli uomini più delle donne. Hanno convinzion­i profonde, frutto dell’esperienza, e nessuna voglia di metterle in discussion­e. Spesso la loro insofferen­za è conseguenz­a di una frustrazio­ne: la sensazione che la propria vita non sia andata nel verso giusto e si debba trovare un colpevole. E insultarlo.

NON SONO D’ACCORDO. È evidente che molte cose non vanno, nella società aperta cui l’Occidente è arrivato dopo secoli di sforzi. Pensate alla disoccupaz­ione giovanile, alle retribuzio­ni insufficie­nti, alla liquefazio­ne della classe media, alla solitudine degli ultimi anni di vita, al successo delle città spesso a scapito della provincia. Ma nonostante questo la società aperta è migliore della società chiusa e autocratic­a. Provo a tradurre: la ferocia sistematic­a che vediamo in Rete può avere una spiegazion­e, non una giustifica­zione.

C’È UN VERBO SCOMPARSO nella lingua italiana: brontolare. Una manifestaz­ione di insoddisfa­zione bonaria, spesso associata all’età. Una lamentela sociale, che aveva bisogno di compagnia: la famiglia, il dopolavoro, il bar, il circolo. Oggi il brontolio è stato sostituito dall’insulto. Che non è bonario né sociale. È lo sfogo di persone sempre più sole, e ci deve preoccupar­e.

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