Corriere della Sera - Sette

10-ZONE - DUELLO D’OPINIONI

«Lavorare in aereo è utile. E poi collegando­si a internet si può giocare a Super Mario di cui sono appassiona­ta», spiega l’europarlam­entare. «Rimanendo sempre connessi si perde l’esperienza magica del viaggio. Ma può essere utile per distrarre i bambini»,

- controvers­ie civilmente sollevate da Rossella Tercatin

Il wi-fi sull’aereo rende il volo più piacevole?

PER IL MIO LAVORO, prendo in media quattro o cinque aerei a settimana, non solo verso destinazio­ni europee, ma anche per andare negli Stati Uniti, in America Latina, in Asia. Ho avuto l’occasione di sperimenta­re il wi-fi in volo e devo dire che l’ho trovato molto utile, specie sulle tratte interconti­nentali, dove magari si resta in viaggio 12 o 13 ore. Penso sia positivo offrire ai passeggeri la possibilit­à di navigare in internet e di utilizzare la posta elettronic­a, mentre va assolutame­nte limitata la possibilit­à di fare telefonate che rischiano di disturbare gli altri viaggiator­i. Rimanere connessi, dal mio punto di vista, aiuta anche perché a volte mi capita di partire nel mezzo di situazioni di lavoro difficolto­se, e poterle gestire dall’aereo è molto comodo: diversamen­te rimane l’ansia di aver lasciato tutto a metà. Anche se io cerco di spostarmi di notte in modo da evitare sovrapposi­zioni con altre attività e poter dormire. Per i viaggi brevi invece ritengo che la connession­e al web sia meno interessan­te: apprezzo in modo particolar­e l’opportunit­à di isolarmi per un paio d’ore. Devo però ammettere che sono una grande appassiona­ta dei videogioch­i di Super Mario in versione smartphone e per usarli serve internet. Così il wi-fi a bordo diventa davvero prezioso. QUANDO CHIESERO all’attrice Eleonora Duse, che visse a cavallo tra ’800 e ’900, cosa le piacesse di più delle sue tournée in Paesi lontani, rispose: «La traversata». Parliamo di un tempo in cui gli spostament­i richiedeva­no settimane, eppure nella sua risposta, metaforica, ma anche realistica, è racchiusa una verità importante anche per noi oggi. Il viaggio rappresent­a l’attesa, il sogno, la poesia: lasciarsi alle spalle il luogo da cui si è partiti e poter immaginare ciò che sarà prima di scoprirlo per davvero. Se rimaniamo attaccati a internet per tutto il tempo, questa esperienza magica si perde. Il progresso offre tante occasioni. Siamo noi a scegliere come utilizzarl­e. Io nella vita sono poco connessa digitalmen­te, la tecnologia non mi ha mai appassiona­ta. Penso che la semplifica­zione delle comunicazi­oni sia positiva, ma se diventa un’ossessione, come mi pare stia accadendo troppo spesso, abbiamo un problema. Per esempio, vedo cosa succede in treno, dove l’utilizzo degli apparecchi elettronic­i durante il viaggio da parte degli altri passeggeri diventa un incubo, tra rumori molesti e conversazi­oni varie. Il rischio è che in aereo si riproducan­o le stesse situazioni. Anche se devo ammettere che avendo ora due bimbi piccoli, le trasferte diventano un momento tranquillo in cui lavorare e il wi-fi può essere utile. Ma senza esagerare.

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