SETTE E MEZZO
Arrivano le elezioni: vedremo se i candidati stanno con i teppisti
Cara Lilli, serviva la testata di un malfattore a un giornalista per portare alla luce la mafia che spadroneggia a Ostia? Significa che lo Stato è davvero assente. Penso poi agli impresentabili che siedono in Camera e Senato operando solo per un tornaconto. Alla “sinistra” litigiosa, alla “destra” opportunista, al “centro” in coma. Ovvio che la metà degli italiani non voti. Raffaele Pisani raffaelepisani41@yahoo.it
CARO RAFFAELE, cerchiamo di non mescolare tutto: violenza urbana, gang criminali e politica. L’aggressione a Daniele Piervincenzi illustra bene come la prepotenza sia diventata accettata nella nostra società: dalla violenza verbale e fisica all’insulto, al sopruso, all’indifferenza per l’autorità morale. La prevaricazione, di gruppo o individuale, è presentata ovunque come un valore positivo: nello sport, in tv, al cinema e anche nei talk show politici dove chi urla di più vince nel dibattito. L’educazione all’aggressività comincia presto, con i videogame usati dai nostri figli e nelle chat che frequentano per bullizzare chi è più debole. Quello che mi disgusta è che essere tracotanti è cool, educati e gentili da fessi. L’ironia della sorte ha voluto che a Ostia un delinquente abbia preso a testate uno come Daniele, che di sicuro non teme il contatto fisico: è un giocatore di rugby. “Uno sport da teppisti giocato da gentiluomini”, viene descritto. E infatti Daniele non ha risposto con altra violenza. Il nostro Paese, che ha attraversato il fascismo, ha flirtato col nazismo e conosce bene la violenza politica, per andare avanti deve proteggere i principi della democrazia. Uno di questi resta il libero dibattito tra formazioni politiche diverse: la “sinistra”, la “destra”, il “centro”, rappresentati da lei con un certo disprezzo, si confrontano nelle istituzioni e nella discussione pubblica. Ed è il popolo a dover scegliere chi lo governa. Lo rifarà presto, a marzo prossimo. Vedremo allora se i candidati, con i loro programmi, slogan e stile di campagna elettorale, sono dalla parte dei teppisti di Spada o dei gentiluomini di Piervincenzi. Saremo noi a deciderlo. Inutile dare sempre la colpa a qualcun altro.
Cara Lilli, la posizione di Eugenio Scalfari su Berlusconi ha innescato una lunga eco di opinioni. Chi scegliere, se costretti, fra l’ex Cavaliere e Di Maio? C’è un’unica risposta possibile, per la nostra Costituzione. Berlusconi è un pregiudicato, condannato per gravi reati e descritto nel dispositivo di condanna come “delinquente abituale”. Non può avere alcun ruolo elettivo. Perché questo non viene calcolato?
Mauro Chiostri mauro.chiostri@virgilio.it
Caro Mauro, sto lontana dalle polemiche se posso. Su questa vicenda, cito solo le parole di un amico e di una persona saggia, Carlo De Benedetti: «Se non fosse per l’età, sarebbe un endorsement sorprendente per uno come Scalfari che ha predicato, sia pure in modo politicamente assai cangiante, la morale».