Corriere della Sera - Sette

SCRIVETE PER NOI - SETTEBELLO

Ogni giovedì pubblichia­mo il miglior testo d’attualità inviato dai lettori a settebello@rcs.it. A fine anno, 7 proporrà una collaboraz­ione all’autore dell’articolo più condiviso dalla nostra pagina Facebook I l migliore della settimana: Alfio Salvadori, 1

- Di Alfio Salvadori

Combatto la mia malattia inventando storie fantasy

LA MIA VITA NON È PIÙ LA STESSA dal 15 ottobre 2016. Ho una malattia di nome sclerosi multipla: è stata provocata da una creatura di un altro pianeta. Mi chiamo Alfio, ho tredici anni e una fervida immaginazi­one. Ma, purtroppo, quello che vi sto per raccontare è tutto vero. Quel giorno stavo andando a scuola e, all’improvviso, qualcosa mi attaccò con una scarica elettrica. Mentre mi allontanav­o sentii una voce femminile che diceva: «Devo seguirlo in incognito altrimenti potrebbe reagire male come gli altri» . Entrato in classe, mi dimenticai di quello che era successo. Poi iniziai a sentire un bruciore su tutto il corpo, soprattutt­o sulle mani e sul bacino. Andai dalla professore­ssa e le chiesi di chiamare casa.

MIA MAMMA si precipitò a scuola e, non appena sentì che scottavo come il fuoco, chiamò un’ambulanza. Una volta ricoverato in ospedale mi addormenta­i. Al risveglio andai in bagno e mi ritrovai davanti una creatura nera con delle spine sulla schiena e gli occhi che sprizzavan­o fiamme. Mi attaccò. Pensai di morire e chiusi gli occhi, ma non sentii nulla e quindi li riaprii. Una coda aveva fermato le spine della creatura. Era mia ed era spuntata proprio dove avevo sentito l’infiammazi­one. Alle mani erano comparse delle unghie lunghe e con la punta verde. Sopra il palmo c’era una fiammella. In quel momento la voce femminile che avevo sentito il giorno prima si ripresentò e disse: «Pronuncia la parola “Dermiton” per lanciare la fiamma». Lo feci e la fiamma si staccò dalla mia mano e uccise la creatura. Ero confuso, non capivo come fosse possibile tutto ciò. In quel momento intervenne la fata: «Ciao Alfio, mi chiamo Shanna, sono stata io a colpirti. Ho trasformat­o altre persone prima di te, però non hanno sopportato il dolore provocato dalla mia scossa “Saiscer”. È per questo che ti ho attaccato, ho bisogno di un nuovo eroe. Il mostro che hai ucciso serve a me per trasformar­ti in “Felinier”, la tua specie attuale, quella che su Yurti, il pianeta di cui sono principess­a, ci protegge dai predatori. Tutti gli altri Felinier sono stati uccisi da mostri comandati dal signore degli spettri Agaron. Anche i miei genitori sono stati uccisi. Sono rimasta sola».

DOPO QUELLA conversazi­one la superstite se ne andò. Mi convinsi che era stato tutto un incubo. E ci credetti fino alle sette di mattina, ora in cui si svegliò mia mamma. Non potete immaginare il grido di terrore che uscì dalle sue labbra non appena mi vide. Ero diventato un gatto grigio con degli artigli verdi, alto come un Avatar. Arrivarono i poliziotti, uno provò a sparare, ma io, essendo un felino, saltai e scappai dal davanzale. Da quel momento le mie gambe non si fermarono più.

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