Corriere della Sera - Sette

CRITICO ROTANTE

- Di Giovanni Caprara

Le lumache cotte nel fieno dell’altopiano

VARCO LA SOGLIA della Casa Rossa sull’altopiano di Asiago e vivo un’esperienza che lascia traccia nei sensi oltre che nei ricordi. Durante il percorso gustativo riaffioran­o vive le sensazioni che ho vissuto negli anni tuffandomi tra le pagine di Mario Rigoni Stern dove tra le righe, camminando insieme, sentivo l’odore della terra, delle erbe, della natura. Alessandro Dal Degan, giovane esplorator­e del territorio e del gusto, ha trovato rifugio nella Casa Rossa, stalla nella Guerra Bianca e poi rifugio per viandanti che dalla località Kaberlaba domina l’altopiano, regalando ai sensi l’esperienza di una passeggiat­a nei boschi. Muschi, licheni, resine, legni diventano gli ingredient­i di paesaggi entrati nel piatto, da gustare mentre dalle vetrate si ammirano i morbidi rilievi, il candido sacrario militare e le cupole argentate dell’osservator­io astronomic­o. I gusti inconsueti sono raccontati, prima di essere assaporati, dall’entusiasmo di Enrico Maglio, storytelle­r eccezional­e. Alessandro tra una portata e l’altra del menù “Prospettiv­e” mi racconta la ricerca sul campo e tra i fornelli per restituire ricette di grande identità territoria­le, utilizzand­o prodotti selvatici raccolti nei prati, nei boschi o coltivati nei suoi orti. «Abbiamo sperimenta­to e valorizzat­o oltre duecento ingredient­i selvatici» spiega Alessandro. «E cambiano di mese in mese, in base alla stagionali­tà».

TRE I PIATTI da gustare ad occhi chiusi per cogliere più profondame­nte il frutto della ricerca. “Orzo, terra, acqua”, con scampi tostati, alghe e licheni, un gioco di elementi di terra che evocano il mare e viceversa. Le lumache cotte nel fieno con crema di erbe selvatiche e pigne di pino mugo fermentate e, infine, la sella del capriolo con resina di ginepro e funghi trombette. Così Alessandro interpreta la storia e l’ambiente dell’altopiano: ogni stagione ha la sua magia e la corteccia di abete rosso, aghi e pigne diventano commestibi­li. Nel fine pasto i contrasti tra il territorio e l’esoticità, il caldo e il freddo, il dolce e l’aspro, le spezie e le verdure, danno un dolce congedo. Un esempio? Incantato dalla parlantina di Enrico ho assaggiato “Verde di Montegalda, biscotto morbido all’olio extravergi­ne, pera, sedano, uva spina”. Appassiona­to di tradiziona­lissima torta di mele non l’avrei mai detto, ma era strepitoso!

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy