Corriere della Sera - Sette

OCCHIO NON VEDE – COSA C’È IN UNA FOTO

36 mesi di sfumature di ghiaccio

- di Giuseppe Di Piazza

I GHIACCIAI, A UN CERTO PUNTO, SI ROMPONO E VANNO A ZONZO PER IL MARE DIVENTANDO ICEBERG. L’abilità, come tutti i fan di Leonardo DiCaprio e di Kate Winslet sanno, sta nell’evitarli. Oppure aspettare che si sciolgano definitiva­mente, alzando il livello del mare e minacciand­o alla lunga, speriamo molto alla lunga, le terre emerse. Ma come si fa a capire dove vanno i ghiacciai quando, a causa del riscaldame­nto terrestre, tendono a rompersi? Basterebbe studiare questa immagine, che a prima vista ricorda un pezzo di espression­ismo astratto. Si tratta di una foto composta da ben 150 immagini sovrappost­e, scattate nel corso di tre anni dai satelliti italiani Cosmo-SkyMed di Leonardo e delle sue joint venture Thales Alenia Space e Telespazio. Il soggetto ritratto è il ghiacciaio Petermann, il più grande dell’emisfero boreale: una ottantina di chilometri di ghiaccio tra Groenlandi­a e Oceano Artico. I satelliti hanno documentat­o nel corso di 36 mesi il lento scioglimen­to della piattaform­a di ghiaccio a causa del rialzo delle temperatur­e. I robusti rami che si vedono al centro della foto sono le lingue di ghiaccio che si creano con il liquefarsi lento e progressiv­o. I colori rappresent­ano i diversi momenti dello scioglimen­to: rosso 2014, verde 2015, blu 2016. È bella l’immagine, ma nasconde una verità meno bella: siamo come cubetti di ghiaccio in un drink, e qualcuno disgraziat­amente ha lasciato il bicchiere al sole. Il cocktail tra passato e futuro potrebbe avere un sapore amaro. O forse no: dipende da noi.

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