Corriere della Sera - Sette

SE FOSSI L’IMPERATORE DEL MONDO

Andrea Delogu: «Vorrei Arbore ministro della Cultura»

- utopie fedelmente raccolte da Irene Soave

AVETE MAI VISTO BUGIARDO BUGIARDO? È un film del 1997, in cui tutti sono costretti a dire la verità. Ne farei il primo comandamen­to del mio regno: immetterei nella rete idrica un siero della verità e assisterei dal mio palazzo – nessuna reggia, resterei a vivere al Testaccio, il mio quartiere romano del cuore – allo sfasciarsi dell’economia fondata sul marketing, della politica basata sulla comunicazi­one, delle amicizie radicate nella compiacenz­a. Cosa si sfascerebb­e meno del resto? Molti amori. Ci si amerebbe lo stesso, perché rinunciare all’amato è difficile, prescinden­do però dalla monogamia. Perderei forse qualche amico. Ma potrei twittare che un film mi fa orrore se mi ha fatto orrore, e questo vale molto. Avrei una corte di ministri: l’uomo solo al potere impazzisce e fa danni. Un matematico alle Finanze, uno come Renzo Arbore alla Cultura, insomma persone che sanno quello

di cui si occupano e ci lavorano da molto tempo. Metterei poi norme base di etichetta: chi non saluta, lo metto in piazza vestito da giullare a salutare tutti per un bel po’; chi fa la cresta su piccole spese, elemosine, resti, gli raddoppio le tasse; e così via. Pagherei un po’ meno i dj (120 mila euro per una serata a Ibiza?) e un po’ di più infermieri e pompieri. Gli studenti che devono pagarsi l’università, il datore di lavoro dovrebbe pagarli il doppio. Bisogna avere tempo per studiare, e non fare dieci lavori. Io continuere­i a lavorare nello spettacolo, ma farei una riforma: una volta l’anno, un maxiprovin­o con produttori seri e addetti ai lavori veri, cioè un’opportunit­à per chi altrimenti non ne avrebbe. Io sono stata presa in consideraz­ione seriamente dopo che Daria Bignardi mi ha intervista­ta: prima, facevo provini assurdi che non portavano a nulla. Vorrei che tutti avessero una possibilit­à.

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