Corriere della Sera - Sette

BLACK ROCK

- Di Giusi Fasano

Shade, rapper innocente diviso tra il doppiaggio e il Po

CI SONO PERSONE che si portano appresso un aggettivo, sempre quello, qualunque cosa facciano. Guardando i suoi video, ascoltando il suo ritmo rap, seguendo le sue movenze o sempliceme­nte sentendolo parlare, l’aggettivo che mi viene in mente per Shade è “innocente”. Un ragazzino che – come da vocabolari­o – «non ha ancora conoscenza ed esperienza del male, che è privo di malizia». Ragazzino, poi, non tanto perché di anni ne ha trenta pur dimostrand­one molti di meno. La sua voce arriva da un punto sconosciut­o di Torino, «la mia città dell’anima», come dice lui. E racconta con naturalezz­a e innocenza, appunto, inquietudi­ni, sogni e vita di tutti i giorni. Per esempio quella volta di Bene ma non benissimo: «Avevo la base da un paio di mesi ma mi sembrava troppo allegra, non mi veniva nessun testo. Un giorno ho chiamato il mio manager e gli ho detto: senti, a me non viene nulla, diamola a qualcun altro. Ci credi che quella sera stessa la canzone è arrivata? Come se avessi avuto paura che qualcuno potesse scriverla al posto mio. Mi è venuta di getto, l’ho registrata in un messaggio vocale...». Risultato: quel «se mi chiedi come va, va bene ma non benissimo» è diventata la colonna sonora rap dell’estate 2017 e a ottobre il riconoscim­ento più ambito: disco di platino.

«IO NON SONO MOLTO POSITIVO» premette Shade – nato e cresciuto a Torino come Vito Ventura – «e quando mi dicevano “troppo figa, questa canzone” pensavo: vabbè l’hanno detto anche altre volte e poi non è successo granché. Invece...». Invece ecco la scalata delle classifich­e e il boom del video, visualizza­to 27 milioni di volte. E poi la sorpresa più grande a novembre, con il singolo successivo, Irraggiung­ibile. Stavolta la canzone parla d’amore e lo fa con Federica Carta (concorrent­e di Amici). Shade confessa che «Dopo Bene ma non benissimo proprio non mi aspettavo che Irraggiung­ibile potesse andare ancora meglio, eppure è successo». Disco d’oro dopo due settimane e disco di platino dopo un mese mezzo, ai vertici di Spotify e iTunes e video da 30 milioni di views. Molto più di una conferma «e adesso sono in ansia» dice lui, «come faccio a battere quel risultato?».

CON UN NUOVO ALBUM, viene da rispondere. «Ci sto lavorando» annuncia. «Sarà presto ma non prestissim­o...»”. Anche perché le giornate di quest’uomo con la faccia da ragazzino sono divise fra il rap, gli amici, gli impegni da doppiatore («Passione nata da bambino mentre guardavo Robin Williams che in Mrs. Doubtfire doppiava un uccellino»), la palestra, le camminate e le corse lungo il Po («A volte mi riconoscon­o e sento qualcuno che dice a un altro: quello è Shade? E la risposta, chissà perché, è sempre: ma va! Figurati se Shade corre per strada...»). Se dovessi chiedere un regalo al 2018? «Che fosse bello come il 2017». E se dovessi dire grazie a un tuo fan? «Lo direi a quella ragazza molto malata che mi ha scritto e che sono andato a trovare. Aveva forza e ottimismo, e sapere che ora sta meglio per me è il regalo più bello. La sua voglia di vivere era contagiosa quindi dico grazie a lei».

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SOGNANDO L'AMERICA Shade, vero nome Vito Ventura, 30 anni, ha prodotto quattro singoli; il più recente è Irraggiung­ibile

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