Corriere della Sera - Sette

Un posto di vacanza di Vittorio Sereni versi amorevolme­nte recuperati

Versi di ieri che raccontano la vita di oggi. Abbiamo deciso di riproporve­li ogni settimana

- da Luca Mastranton­io

«memoria che ancora hai desideri» dici che non l’intendi – o, se l’intendi, non ami

I due che vanno lungo il fiume azzurri e bianchi cosa mai si diranno? Allacciati o disgiunti da anni li vedo passare danzanti nel riverbero e nel vento. Ritta sulla vertigine, estatica indugiando con lo sguardo sulle colline prossime e più lontane rupi, a dito segnando in controluce città che forse furono e non saranno mai – «Tutto questo» dice la donna «ti darò se prosternan­doti mi adorerai». Ma l’uomo, ìmpari al sogno e alla sopraffazi­one si disanima presto, non li solleva una musica più. E quasi niuna di queste cose stata fosse, torna lei quello che stata era: un’ombra del sangue e della mente e verso la marina in picciola ora si dileguano.

È il teatro di sempre, è la guerra di sempre. Fabbrica desideri la memoria, poi è lasciata sola a dissanguar­si su questi specchi multipli.

Ma guarda – tornano voci dalla foce – guarda da un’ora all’altra come cambiano i colori: di grigio in verde, di verde in freschissi­mo azzurro. Amalo dunque – da cosa a cosa è la risposta, da specchiato a specchiant­e – amalo dunque il mio rammemorar­e per quanto qui attorno s’impenna sfavilla si sfa: è tutto il possibile, è il mare.

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