Un posto di vacanza di Vittorio Sereni versi amorevolmente recuperati
Versi di ieri che raccontano la vita di oggi. Abbiamo deciso di riproporveli ogni settimana
«memoria che ancora hai desideri» dici che non l’intendi – o, se l’intendi, non ami
I due che vanno lungo il fiume azzurri e bianchi cosa mai si diranno? Allacciati o disgiunti da anni li vedo passare danzanti nel riverbero e nel vento. Ritta sulla vertigine, estatica indugiando con lo sguardo sulle colline prossime e più lontane rupi, a dito segnando in controluce città che forse furono e non saranno mai – «Tutto questo» dice la donna «ti darò se prosternandoti mi adorerai». Ma l’uomo, ìmpari al sogno e alla sopraffazione si disanima presto, non li solleva una musica più. E quasi niuna di queste cose stata fosse, torna lei quello che stata era: un’ombra del sangue e della mente e verso la marina in picciola ora si dileguano.
È il teatro di sempre, è la guerra di sempre. Fabbrica desideri la memoria, poi è lasciata sola a dissanguarsi su questi specchi multipli.
Ma guarda – tornano voci dalla foce – guarda da un’ora all’altra come cambiano i colori: di grigio in verde, di verde in freschissimo azzurro. Amalo dunque – da cosa a cosa è la risposta, da specchiato a specchiante – amalo dunque il mio rammemorare per quanto qui attorno s’impenna sfavilla si sfa: è tutto il possibile, è il mare.